Il Reddito di Cittadinanza, seppur sia stata decretata la sua fine entro il 2023, viene ancora erogato. Attenzione però, ci sono casi in cui potresti doverlo restituire.
Il Reddito di Cittadinanza è destinato ad andare in pensione presto, più precisamente dal 1° gennaio 2024. Tuttavia, per alcune categorie di persone, il Reddito di Cittadinanza continua ad essere erogato. Infatti, in attesa dell’entrata in vigore dell’Assegno di Inclusione, la misura voluta dal Governo Meloni e che andrà parzialmente a sostituire l’Rdc, il sostegno verrà comunque erogato alle persone non occupabili.
C’è un però: alcune di queste potrebbero non rispettare più i requisiti necessari l’ottenimento del sussidio o aver compilato male la dichiarazione necessaria al suo ottenimento, trovandosi nella condizione di doverlo restituire. È l’INPS ha lanciare l’avviso: alcune famiglie potrebbero perdere questo essenziale aiuto che ha lo scopo di contrastare la povertà e favorire l’occupazione.
Reddito di Cittadinanza: chi lo dovrà restituire e perché
Il Reddito di Cittadinanza, che dal 1° gennaio sarà sostituito dall’Assegno di Inclusione, è un sussidio che viene erogato a quei nuclei famigliari in particolare difficoltà economica. Ci sono alcune situazioni che fanno si che si perda il diritto al sussidio. Una di queste è quando non si rispettano più i requisiti economici oppure quando non si rispetta la normativa legata all’Rdc, come quella che prevede di accettare ogni offerta di lavoro congrua. In questi casi però l’assegno semplicemente cessa di venire pagato. C’è invece un caso in cui non solo l’Rdc viene revocato ma viene anche chiesta la restituzione delle somme ricevute indebitamente.
È il caso di coloro di coloro che, nei moduli necessari all’ottenimento del sussidio, abbiano riportato informazioni false o parziali e abbiano omesso, consapevolmente o inconsapevolmente, dei dati. Spesso l’errore viene fatto in buona fede, pensiamo al mancato inserimento nel Dsu ai fini dell’ISEE del componente aggregato in caso di coppie di genitori non sposati e non conviventi.
Non solo dimenticanze o omissioni: si devono restituire le somme ricevute indebitamente anche nel caso la propria situazione economica subisca delle variazioni e non se ne dia pronta comunicazione all’INPS.