Stufe a pellet e camini in Italia hanno una grande diffusione. Ma nelle ultime settimane si è parlato di un possibile divieto
Negli ultimi tempi, molte famiglie italiane hanno deciso di fare un investimento nelle stufe a pellet e nei camini, al fine di ridurre le spese di riscaldamento. La crisi energetica causata dalla guerra in Ucraina ha fatto sì che, nell’anno precedente, la domanda di pellet sia aumentata esponenzialmente, causando un significativo aumento dei prezzi. Quasi il triplo.
A tal riguardo, la stampa ha dedicato molta attenzione a questo combustibile naturale. E nelle ultime settimane sarete probabilmente finiti su qualche recente giornale in cui si sostiene un possibile divieto delle stufe a pellet e dei caminetti a causa dell’inquinamento che generano e vi sarete chiesti se questo divieto sarà effettivamente applicato in tutta Italia. Ma è vera questa ipotesi? Scopriamolo insieme
Pellet e camini vietati? La scottante verità
Iniziamo subito dalla risposta: al momento, non c’è alcun divieto di questo genere a livello nazionale. Nonostante ciò, alcune regioni italiane hanno introdotto restrizioni e vietato alcune categorie di stufe e caminetti che non rispettano certi standard e che rilasciano nell’aria quantità di CO2 e di PM10 superiori ad una certa soglia. Ma in quali regioni sono in vigore queste limitazioni? In particolare, queste riguardano la Lombardia, la Toscana, l’Emilia-Romagna, il Piemonte e il Veneto.
Per quanto concerne la Lombardia, a partire dal 1° gennaio 2020 è stata applicata su tutto il territorio regionale: l’obbligo di installare generatori con almeno 4 stelle il divieto di utilizzare generatori con 0, 1 o 2 stelle; l’obbligo di utilizzare pellet di qualità (a partire dal 1° ottobre 2018) per i generatori di calore a pellet con potenza termica nominale inferiore ai 35 kW e che siano certificati conformi alla classe A1 della norma UNI EN ISO 17225-2 da un Organismo di Certificazione Accreditato.
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Anche in Veneto, accendere camini e stufe a legna in inverno è vietato dal 2017: le restrizioni riguardano l’utilizzo di generatori di calore domestici (caldaie, stufe, caminetti…) alimentati a biomassa legnosa (legna, cippato, pellet…) di classe 1, 2 e 3 stelle (classificazione ai sensi del Decreto n. 186 del 07/11/2017), in presenza di un impianto di riscaldamento alternativo. In Piemonte, a partire dal 2019, in tutti i comuni appartenenti alle zone “Agglomerato di Torino”, “Pianura” e “Collina” è vietato utilizzare generatori di calore alimentati a biomassa legnosa aventi una potenza nominale inferiore a 35 kW e con classe di prestazione emissiva inferiore a 3 stelle.
Emilia-Romagna e Toscana
Invece, in Emilia-Romagna, nei Comuni situati al di sotto dei 300 metri di altitudine è vietato l’uso di generatori di calore a biomassa legnosa che abbiano una certificazione inferiore alle 3 stelle. In caso di peggioramento della qualità dell’aria, il divieto si applica anche ai generatori con certificazione inferiore alle 4 stelle.
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Infine, in Toscana, il Consiglio regionale ha introdotto il divieto di utilizzo di generatori di calore a biomassa con classe di prestazione inferiore a 3 stelle nei comuni dove non viene rispettato il valore limite delle concentrazioni di PM10 previsto dal decreto legislativo 155/2010. Sono esentati da queste restrizioni le abitazioni in cui la biomassa è l’unica fonte di riscaldamento o che si trovano ad un’altitudine superiore ai 200 metri sul livello del mare.