Ancora sono molti i dubbi riguardo l’acconto Irpef: facciamo chiarezza, ecco chi è tenuto a pagarlo, come si calcola, quando va versato e come lo si può dividere in più rate
Diverse categorie di lavoratori, tra dipendenti, titolari di Partita Iva e pensionati, si chiedono se e quando versare l’acconto l’Irpef. Non è sempre intuitivo calcolare le tasse da versare e, soprattutto, rientrare nelle determinate scadenze. In quanto all’ Irpef, c’è chi sceglie di pagarlo in un’unica rata, chi lo ripartisce in più rate e chi non è tenuto a pagarlo affatto.
L’obbligo di pagamento dell’Irpef non è casuale: dipende dal reddito percepito durante l’anno. Fino a 51 euro non non c’è nessun tipo di acconto, mentre tra 51 e 257 euro l’acconto è monorata e a partire da 258 euro è diviso in due rate di importi diversi. La seconda varia in base al totale delle imposte da pagare, sulla base di quanto si è già versato in precedenza. Ma, esattamente, in cosa consiste questo acconto Irpef e chi deve versarlo? Facciamo chiarezza.
Acconto Irpef: chi deve versarlo, come e quanto bisogna pagare
Per Irpef si intende un prelievo fiscale basato sul complesso dei redditi percepiti in un determinato anno. E’ un’imposta generale che colpisce tutti i redditi di una persona, dal lavoro dipendente o autonomo, fondiario, di capitale, d’impresa, rendite finanziare o anche redditi provenienti da reati o atti illeciti). E’ progressiva, ciò significa che cresce con l’aumentare del reddito. Ogni contribuente è tenuto a versare l’Irpef relativo all’anno precedente oppure un acconto riferito all’anno in corso.
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Devono versarlo tutti coloro che superano, in fatto di imposte sui redditi dichiarati, calcolate al netto delle detrazioni, dei crediti d’imposta e delle ritenute, la cifra di 51,65 euro. Se l’imposta supera i 257,52 euro, verrà diviso in due rate. Per controllare se si è tenuti a pagare l’acconto Irpef, basta leggere la voce RN34 della dichiarazione dei redditi. Secondo il calendario ordinario delle scadenze, il saldo o l’eventuale prima rata, vanno versati entro il 30 giugno, per la seconda rata si può attendere il 30 novembre. Pagamenti in ritardo subiranno una maggiorazione dello 0,40%.