Oramai, in moltissime città prevalgono posti auto a pagamento: ma qualora il parchimetro fosse rotto, come si può pagare il parcheggio? Ecco come fare per non rischiare la multa
Trovare un parcheggio gratuito oggigiorno è diventato quasi un miraggio: tantissime città riscuotono denaro per la sosta momentanea delle auto e lo fanno avvalendosi di un parchimetro che permette il pagamento del tempo in cui si usufruisce del parcheggio. Tuttavia, come qualunque apparecchio elettronico, il parchimetro può danneggiarsi o funzionare male: come possiamo pagare il parcheggio ed evitare la multa, qualora fosse rotto?
Se la giornata è particolarmente sfortunata, non ci saranno altri parchimetri nelle vicinanze. Non è necessario farsi prendere dal panico: ecco come sostituire il ticket che andrebbe lasciato sul parabrezza.
Parchimetro rotto: niente panico! Ecco come pagare il parcheggio
Secondo la Legge, non esiste una distanza massima che deve esserci tra un parchimetro e l’altro. Né prevede che un parcheggiatore controlli a piedi che ci sia un parchimetro funzionante oltre quello (rotto) più vicino. Questo significa che certo non si pretende che chi ha posteggiato la macchina debba affrontare uno sforzo per raggiungere un apparecchio non guasto per poter pagare il posto. Né gli si chiede di raggiungerlo in auto, rischiando di perdere il parcheggio libero.
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Sulla base di questo, qualora il Comune abbia previsto delle strisce blu ma il parchimetro più vicino fosse rotto, l’automobilista è esentato dalla multa, se e solo se un altro parchimetro fosse difficoltoso da raggiungere. Per evitarla, è necessario fotografare con lo smartphone il parchimetro guasto, così da averne la prova. Potrebbe essere utile anche telefonare sul posto ai vigili urbani, facendo presente il disagio. La segnalazione può essere inviata anche alla società che gestisce le aree a pagamento. I numeri di telefono dell’assistenza sono solitamente visibili sulla stessa colonnina del parchimetro.
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Nel caso in cui la multa venisse emessa, si può ottenere la cancellazione inviando un ricorso (con prova fotografica allegata) al Prefetto entro 60 giorni, o al giudice di Pace entro 30 giorni.
