Trova dei Titoli di Stato lasciati dal nonno ma fa anche un’amara scoperta: perché non può incassare i soldi
Una vera e propria fortuna nascosta in casa. Non è la trama di un film, un fatto dal quale partire per articolare tutta la storia, ma è realtà, amara. Si tratta di un episodio che può essere un monito per chi negli anni ha conservato soldi o Buoni fruttiferi, affinché controlli sempre.
A Ceccano, nel frusinate, un uomo di 50 anni ha deciso di ristrutturare la casa ereditata dal nonno. La scoperte sono state due. Dietro a un intercapedine erano nascosti molti fogli impolverati. Dopo la pulizia è riuscito a leggere di cosa si trattava: Titoli di Stato comprati dal nonno durante la dittatura fascista.
Titoli di Stato in casa: nessuno li ha riscattati
Subito dopo ecco la seconda scoperta: quei fogli restano tali, carta straccia senza alcun valore. È infatti scaduto il periodo nel quale era possibile ritirare la somma, e che somma! Come tutti i padri di famiglia probabilmente l’antenato del 50enne aveva pensato di fare un investimento per lasciare della ricchezza a figli e nipoti. Il valore, in lire, sarebbe stato pari a 1 miliardo, ossia circa 500mila euro, ma nessuno ha mai riscattato quei soldi.
Tra i documenti c’era un buono fruttifero di cinquecento lire del 1937 con l’effige del padre del sovrano regnante, Vittorio Emanuele II, insieme ad altre cedole da 12 lire e 25 centesimi. Oltre ai Titoli (qui un articolo per capire cosa sono e come funzionano) nell’intercapedine è stato ritrovato un diario dove il nonno del protagonista della storia appuntava diverse cose. Ha probabilmente dimenticato però di ricordare ai suoi cari cosa aveva nascosto in quel punto della casa.
A chi ha ritrovato quel tesoro oggi purtroppo senza valore non resta che continuare a conservare tutto come cimelio di famiglia. Documenti che oggi hanno 87 anni e che manterranno un valore affettivo chissà per quanto tempo ma purtroppo resterà solo tale, senza avere l’effetto che l’anziano sperava.
Richieste di rimborsi dei Titoli di Stato e chiarimenti sulle scadenze sembrano essere tante visto che la Banca d’Italia “allo scopo di prevenire l’insorgere nei risparmiatori di aspettative destinate a rimanere deluse” sul proprio sito ha pubblicato una pagina con all’interno un link chiarificatore del Ministero dell’Economia e delle Finanze.