Scattano i controlli delle autorità comunali in merito alla residenza e al domicilio. Cosa possono controllare e perché.
Secondo quanto riporta una recente sentenza della Corte di Cassazione i Comuni possono effettuare controlli a tappeto e a sorpresa per verificare residenza e domicilio dei cittadini. Prima di capire le motivazioni di questi controlli forse è utile un piccolo reminder in merito ai concetti di residenza e domicilio, giusto per fare chiarezza.
La residenza è l’indirizzo a cui il cittadino risiede abitualmente. Secondo la Legge, invece, il domicilio è il luogo in cui la persona abbia stabilito la sede principale dei suoi affari e interessi. Ovviamente le due cose possono anche non corrispondere. I nuovi controlli concessi ai Comuni sono stati introdotti allo scopo di verificare che le dichiarazioni in merito a indirizzo di residenza e domicilio siano veritiere. Scopriamo perché.
Lotta alle truffe e residenze di comodo: la stretta dei Comuni
La Corte di Cassazione ha emesso recentemente una sentenza che indica come i Comuni possano effettuare controlli al fine di verificare la reale residenza dei cittadini nel proprio territorio. nel nostro Paese la residenza può essere riferita a un solo comune, ai fini dell’iscrizione alle liste elettorali e di tutti gli altri benefici fiscali e legali cui hanno diritto i residenti di un determinato territorio. La residenza viene attestata tramite comunicazione del cittadino all’ufficio anagrafe del Comune e deve esserne prontamente comunicato anche il cambio.
Al Comune è concesso effettuare controlli per attestare che la residenza indicata dal cittadino sia reale e non fittizia, al fine di ottenere determinati benefici fiscali, elettorali o simili. Ma come funzionano queste verifiche che il Comune da questo momento può portare avanti? I controlli possono essere eseguiti senza darne preavviso ma il cittadino può comunicare alcuni orari o giorni in cui non è in casa, per richiedere che il controllo non venga fatto in questi momenti.
Se, durante la verifica e al di fuori degli orari comunicati, il cittadino non è trovato ripetutamente in casa, l’ufficiale di stato civile può procedere alla cancellazione del nominativo del cittadino dall’anagrafe locale. La nuova stretta della Cassazione serve principalmente a evitare truffe legate al pagamento dell’Imu.