Il governo predispone una misura di sostegno del valore di 3.000 euro una tantum. Ecco come riceverlo
Tornano l’emergenza e tornano i bonus una tantum. Cambiano i governi ma il metodo degli aiuti una tantum a chi sta in difficoltà viene confermato grazie alla sua efficacia e tempestività. Infatti sarà l’Inps ad occuparsi anche di questo nuovo strumento una tantum a favore di determinati lavoratori. Si tratta di aiuti per piccoli esercizi commerciali, lavoratori autonomi e collaboratori coordinati e continuativi che hanno dovuto sospendere la propria attività lavorativa per gli effetti della terribile alluvione che ha compito i territori romagnoli della Regione Emilia Romagna.
Alluvione, bonus 3.000 euro per alcuni lavoratori
Si tratta di uno degli interventi predisposti dall’esecutivo nel decreto alluvioni emanato lo scorso 23 maggio per dare immediato sostegno alle persone coinvolte nell’alluvione che ha colpito i territori romagnoli. Il governo ha stanziato 300 milioni per questa misura. I destinatari, si legge nel decreto sono i collaboratrici e collaboratori coordinati e continuativi; i titolari di rapporti di agenzia e di rappresentanza commerciale; gli autonomi, compresi titolari di attività di impresa e professionisti.
Sarà l’Inps ad erogare la misura ai diretti interessati I requisiti per ottenere il bonus una tantum da 3.000 euro sono: l’iscrizione a qualsiasi forma obbligatoria di previdenza e assistenza; la sospensione dell’attività a causa delle alluvioni che hanno colpito l’Emilia Romagna; lo svolgimento dell’attività in via esclusiva o, nel caso degli agenti e rappresentanti, in via prevalente in uno dei comuni indicati nello stesso decreto Alluvioni del 23 maggio 2023.
Manca, invece, il requisito reddituale. Non ci sono limiti in tal senso, quindi, per ottenere il bonus. L’Inps si occuperà delle erogazioni ma sulle modalità per ottenere il bonus sarà necessario attendere ancora qualche giorno. Altre misure riguardano la cassa integrazione in deroga fino a 90 giorni e la proroga del superbonus al 110 per cento e non al 90 per cento per gli immobili in ristrutturazione i cui lavori erano già iniziati. Tuttavia si tratta di investimenti iniziali. Il governo intende mettere a disposizione 2 miliardi per le aree colpite; solo l’Emilia ne chiede 5.