La riforma del catasto è stata programmata dal governo Draghi sotto la spinta Ue, caduto nell’autunno scorso
E’ stata programmata per il 2026 ma non accantonata. Si tratta della riforma del catasto che in Italia viene molto indirizzata dall’unione europea. Questa spinta è dovuta al fatto che la riforma nasce per contrastare abusi edilizi e evasione fiscale. Infatti si tratta in sostanza di un aggiornamento delle rendite catastali per rendere più reali i dati su immobili e terreni e aggiornarli.
Riforma del catatso, cosa può accadere e chi riguarda
Le rendite catastali sono importanti perché in base ad esse si calcola l’Imu, l’imposta sulla proprietà degli immobili e terreni. Cambiare le rendite e aggiornarle consente di calcolare l’Imu in base a quella che è la realtà di oggi e non quella che risale all’ultimo censimento ormai datato. Ciò permette di far emergere immobili e costruzioni abusive, ossia nascoste al catasto o dare la reale destinazione agli immobili e terreni.
Per fare un esempio circa la necessità di aggiornamenti, nei centri storici delle città negli ultimi anni si è registrata una crescita attraverso il turismo. Tuttavia, un immobile che si trova in un centro storico di una città ha spesso la stessa rendita, se non addirittura più basta, di un immobile simile come quadratura che si trova in periferia e ciò non rispecchia la realtà.
Inoltre, ci sono immobili censiti come agricoli perché legati a tali terreni che in realtà non lo sono più perchè nessuno li coltiva più. Poi ci sono i terreni che nel tempo sono diventati edificabili e in tal caso la rendita è più alta. Senza contare, poi, i casi di abusivismo che non riguardano solo le costruzioni ex novo ma anche allargamenti ed estensioni di immobili già esistenti e censiti.
Tuttavia, la riforma del catasto è stata programmata per il 2026 dal governo Draghi sulla spinta dell’unione europea ma attualmente non ci sono azioni in tal senso. L’inflazione ha anche inciso sulla situazione economica concentrando le azioni su altri campi.