Sei tra gli eredi, ma sono trascorsi 10 anni? Se non hai ancora accettato ecco cosa accade ai beni, meglio fare attenzione in questi casi.
Quando una persona muore, il suo patrimonio viene ereditato dai familiari più prossimi, ovvero gli eredi legittimi. L’eredità composta da tale patrimonio, viene suddiviso in egual misura tra gli eredi, dando comunque la possibilità al defunto di poter disporre di una piccola parte del patrimonio.
Poiché l’eredità si compone di beni, proprietà, denaro, crediti e debiti, agli eredi viene data la possibilità di accettare o rinunciare a tale patrimonio. La legge è molto chiara sul tempo concesso agli eredi per prendere una decisione, periodo che va da 3 mesi a 10 anni massimi. Ma cosa succede se si superano tali tempi?
Come anticipato, la legge concede un tempo massimo di 10 anni in cui un erede può rinunciare o accettare l’eredità. Tempo che si riduce a 3 mesi se l’erede è nel possesso dei beni del de cuius. Trascorsi questi 3 mesi la legge determina un’accettazione tacita di eredità, in quanto l’erede ha continuato a beneficiare del patrimonio del defunto. A coloro che non sono nel possesso dei beni è concesso un lasso temporale molto più ampio, pari appunto a 10 anni.
Se decorrono i 10 anni e l’erede non ha mostrato alcuna volontà, per la legge egli vi rinuncia tacitamente, passando la sua quota ai suoi figli o accrescendo la quota degli eredi rimasti in vita. Nel corso di questi 10 anni l’erede non deve aver disposto in alcun modo del patrimonio del defunto, come ad esempio aver vissuto in una proprietà, l’aver prelevato denaro dal conto, aver venduto un bene, o aver utilizzato per scopo personale l’auto del defunto. In questi casi è bene notare come il decorso di 10 anni valga sia come termine per un accettazione formale o tacita, sia come rinuncia tacita o formale. È bene ricordare che in ogni caso, un atto di rinuncia o accettazione, una volta accertato non può più essere revocato in alcun modo dagli eredi coinvolti nella successione.