L’Unione europea sta osservando l’evoluzione delle monete digitali guardando anche come si muovono gli altri paesi
L’Unione europea è sempre vigile sulle novità e le innovazioni che derivano soprattutto dal campo tecnologico. L’ultima frontiera tenuta sotto osservazione dall’unione europea riguarda le criptovalute e la moneta digitale. L’Ue osserva l’evoluzione e le tendenze guardando anche agli altri paesi. L’idea è quella di emulare ciò che hanno deciso già alcune nazioni.
Infatti, Svezia, Cina e India hanno deciso di introdurre la forma digitale delle loro rispettive monete. Quindi le monete di cui si fa riferimento sono la corona elettronica, yuan elettronico e rupia elettronica. Tuttavia, introdurre anche la forma digitale di una moneta in corso legale può avere obiettivi diversi.
Infatti, la Svezia punta a capire gli effetti di una transizione al digitale mentre in Cina si cerca un maggiore controllo della circolazione di moneta attraverso il digitale. L’unione europea potrebbe percorrere questa strada e affiancare all’euro la forma digitale dello stesso. Si avrebbe così, l’e-euro, la forma digitale dell’euro che offrirebbe più garanzie rispetto alle criptovalute esistenti grazie alla regolazione della banca centrale europea.
Infatti le criptovalute non sono emesse e regolate dalle banche centrali e questo motivo comporta una volatilità anche in breve tempo del valore delle stesse. Invece la moneta digitale dell’euro sarebbe comunque garantita dalla Banca centrale europea e non ci sarebbe alcun cambio in corso da fare in quanto avrebbe lo stesso valore dell’euro.
Negli Stati Uniti, invece, al momento sono più attenti a considerare l’opzione digitale del dollaro. Gli Usa sono più cauti sul tema. Infatti gli americani preferiscono guardare più attentamente agli effetti di una moneta digitale nel sistema. Una grande potenza cerca di tenere tutto sotto controllo prima di fare una mossa importante per il proprio sistema anche alla luce delle ultime vicissitudini che potrebbero cambiare gli equilibri geopolitici. Infatti, in un ambiente geopolitico del genere è naturale che una grande potenza cerchi almeno di conoscere in maniera più approfondita un’innovazione in grado di incidere sul sistema finanziario.