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Attualità

Vecchi orologi che ti renderanno ricco: pagati pochissimo oggi valgono una fortuna

Alcuni vecchi orologi nascosti in casa possono valere un bel po’ di soldi: quali sono e come fare per valutarli

Quante volte pensando a quel posto di casa (un cassetto dell’armadio, del ripostiglio) ci pervade la noia perché sappiamo che è quasi sinonimo di fatica, poiché bisognerebbe fare ordine per le tantissime vecchie cianfrusaglie che ci sono?

Vecchi orologi da grande valore (foto Canva) – Vostrisoldi.it

Non lo immaginiamo neanche ma si può nascondere un tesoro, soprattutto se all’interno ci sono oggetti che sono appartenuti ad anziani genitori o nonni. Orologi degli anni Ottanta, ad esempio potrebbero farci guadagnare fino a 4mila euro.

Vecchi orologi, occhio a una marca in particolare

Non solo orologi ma anche collezioni di francobolli, monete o gettoni telefonici. Gli strumenti per segnare il tempo, però, possono avere un grande valore e certamente un fascino unico, considerando anche che in un epoca neanche troppo lontana erano indispensabili. Molti giovani oggi, infatti, quasi non li utilizzano più poiché l’orario lo controllano con lo smartphone.

Vecchio modello Swatch (foto Adobe) – Vostrisoldi.it

Chi sa che in casa ha questi oggetti gli conviene frugare bene perché alcuni orologi possono fruttare una somma che con i tempi che stiamo vivendo non è da buttare. Alcuni marchi come Swatch sono famosi e apprezzati in tutto il mondo e ciò non significa che i prezzi siano necessariamente proibitivi. Alcuni modelli, per via di collaborazioni con grandi artisti, hanno inevitabilmente prezzi più alti.

Dunque tutto dipende dal modello. Facciamo un esempio con lo Jelly Fish del 1985: in buone condizioni può essere rivenduto anche ad almeno 600 euro. Discorso diverso per quelli disegnati da Keit Haring come i modelli Serpent, Blanc sur Noir: in questi casi la somma è pari a migliaia di euro.

Per gli orologi vale lo stesso discorso delle monete, dunque sono vari gli elementi da considerare. Innanzitutto quanto è “vecchio”, ossia la data di produzione, ma soprattutto quanti furono realizzati all’epoca, se in circolazione ce ne sono pochi. Occhio anche ai segni lasciati dall’usura. Se poi sono nuovi, ancora conservati nelle custodie (ad esempio regali mai utilizzati) o seminuovi con tanto di etichetta, partendo sempre dal valore di base, il prezzo può essere ancora più alto.

Giuseppe Formisano