Il riciclo di bottiglie di plastica è essenziale per non inquinare ulteriormente ma può anche farci guadagnare
Un obbligo di legge ma anche morale. Differenziare i rifiuti è un’azione quotidiana che aiuta il pianeta che da decenni è in affanno per la quantità di materiale di cui è sommerso, per causa nostra.
Mischiare i rifiuti significa andare incontro a sanzioni del proprio Comune di residenza. Diverse amministrazioni locali però, oltre a incentivare a differenziare la plastica, così come gli altri materiali, invitano i cittadini anche a farne un utilizzo diverso, guadagnandoci.
Si tratta sempre di riciclare la plastica, “buttarla”, anzi, liberandocene e non averla in casa, ma anziché farla raccogliere dalla nettezza urbana, sono gli stessi cittadini che la depositano, ottenendo in cambio qualche euro.
Già da alcuni anni (soprattutto all’estero) è possibile trovare nelle strade, soprattutto all’interno o nei pressi delle isole ecologiche, le macchine che in cambio di una certa quantità di bottiglie, erogano soldi o buoni da spendere ai supermercati.
In tempi di alta inflazione come quelli che stiamo vivendo con il costo della spesa che è sempre più caro, un’iniziativa del genere non può che essere accolta positivamente dalla cittadinanza. Un’azione antispreco che ci fa guadagnare, anche se non cifre da capogiro: come dire, due piccioni con una fava. Basta organizzarsi bene, avere un po’ di spazio in casa per riempire una grande busta di bottiglie di plastica (anche se voluminosa, non è pesante) e il gioco è fatto.
Presso le apposite macchine si inseriscono le bottiglie e in automatico, per peso o numero, vengono erogati i buoni. Ma in quanto consistono? La tariffa non è uguale. Si va dai 10-20 centesimi a bottiglia fino al calcolo, ad esempio, di 1 euro di buono spesa per un centinaia di grammi.
Siamo abituati a riciclare anche l’organico (chiamato anche umido, ossia i resti di cibo), il vetro e la carta. Ma il vero problema è la plastica, il maggiore indicatore di consumi. Essa è infatti la più “pesante” poiché per produrla è necessaria tante energia, diverse quantità di petrolio e soprattutto è la più difficile da smaltire se va a finire in acqua.