La banca Mediolanum fa parte del patrimonio dell’ex premier. Ci saranno ripercussioni a seguito della sua morte?
Portofino, 1981. Il broker della Dival del gruppo Ras Ennio Doris e l’imprenditore edile che guarda alle televisioni, Silvio Berlusconi, si incontrano. Da quella stretta di mano nasce Progetto Italia, il settore finanziario della holding Fininvest, oggi noto come Mediolanum Banca.
Come in tanti altri investimenti di Berlusconi, del quale oggi si terranno i funerali di Stato, il progetto va a buon fine. Doris diventa anche un volto familiare per i continui spot che compaiono in tv e che oggi hanno invece il viso e la voce del figlio, Massimo.
Mediolanum, la percentuale dei Berlusconi
Tutti a chiedersi cosa sarà ora dell’impero economico di Berlusconi. Il Monza calcio, le reti Mediaset, e come – e se – cambierà il profetto finanziario. Domande che restano inevase, o hanno qualche mezza certezza, finché non sarà reso noto il testamento dell’ex Cavaliere.
Ne è passata acqua sotto i ponti dal 1981 e soprattutto ne sono entrati e usciti soldi dalla casse della banca che oggi è considerata una delle più solide, con un capitale di 6 miliardi di euro. Alla famiglia Doris appartengono il 40% delle quote societarie, il 30% sono di Fininvest e la restante parte ad altri soci. Cosa succederà adesso a quel 30%? A chi andrà e con quali ripercussioni sulla banca?
È stato direttamente il Ceo della banca Massimo Doris ha chiarire che la con la scomparsa di Berlusconi non ci saranno ripercussioni nel futuro dell’istituto finanziario. Nei vari ricordi di questi giorni, Doris ha detto che l’ultimo incontro con Berlusconi c’è stato due settimana fa a cena con le rispettive famiglie.
Nel corso della serata il fondatore di Forza Italia ha espresso la volontà di lasciare immutato l’azionariato della banca, ha specificato Doris al Sole 24 ore. Nessuna modifica neanche per quanto riguarda i manager con il figlio dell’amico fraterno Ennio che resterà saldamente alla guida. Da quando Berlusconi era stato condannato per frode fiscale c’erano delle incognite legate al 20% di diritti di voto. La questione ora non esiste più poiché le quote passano ai figli.