L’Rdc è prossimo alla pensione ma i beneficiari degli strumenti che lo sostituiranno dovranno rispettare un nuovo importante criterio per l’accettazione di un nuovo lavoro: scopriamolo insieme.
Dal 2024 il Reddito di Cittadinanza non ci sarà più ma le famiglie in difficoltà non resteranno da sole. Al suo posto sono infatti già pronti nuovi strumenti: uno è l’Assegno di Inclusione che sarà destinato a quei nuclei famigliari al cui interno vivono persone con disabilità, minorenni e anziani fragili, l’altro invece è il Supporto per la formazione e il lavoro: si tratta di un contributo mensile pensato per la platea dei cosiddetti “occupabili” che sarà attivo già da settembre 2023.
Durante l’ultima commissione Affari sociali al Senato dedicata all’esame del decreto Lavoro, già approvato dal Consiglio dei Ministri, è però passato un emendamento che introduce un’importante novità per tutti gli occupabili che percepiranno l’Assegno di inclusione. Si tratta di un nuovo criterio imprescindibile per l’accettazione di un’offerta di lavoro.
La novità contenuta nel nuovo emendamento riguarda nello specifico le persone considerate idonee al lavoro e che già ricevono il Reddito di Cittadinanza. Ebbene, secondo il documento coloro che fanno parte di un nucleo famigliare con figli under 14 e che si vedranno recapitare un’offerta a tempo determinato o in somministrazione, saranno tenuti ad accettarla a patto che vengano rispettate determinate circostanze.
Quali? Il luogo di lavoro da raggiungere deve trovarsi all’interno di un raggio di 80 km dall’abitazione della persona in questione. In alternativa, specifica il testo, dev’essere raggiungibile in un tempo considerato accettabile e dunque non superiore ai 120 minuti, ovvero 2 ore, attraverso il supporto dei mezzi pubblici. Se saranno rispettati questi criteri, l’individuo sarà tenuto ad accettare l’offerta, perché ritenuta congrua.
Nel caso di un lavoro a tempo indeterminato, invece, l’emendamento non prevede alcun vincolo legato alla distanza o al tempo necessario per raggiungere il luogo in cui svolgere l’attività. Se invece si tratta di un contratto a tempo pieno o parziale, i criteri imprescindibili sono due: l’offerta non deve essere inferiore al 60% dell’orario a tempo pieno mentre il salario non può rimanere al di sotto dei minimi previsti dalla legge.