È in programma il ricalcolo, con conguaglio, per il 20% dei nuclei familiari che usufruiscono dell’Assegno Unico INPS. Tutti i dettagli
Con l’arrivo dell’estate termina, ufficialmente, la fase di sperimentazione di uno dei pilastri della riforma del Welfare State varata nel 2021. Una sperimentazione, non formale, che imponeva, nell’arco dei primi diciotto mesi di vita dell’istituto, una verifica puntuale dei suoi effetti pratici. Parliamo, nello specifico, dell’Assegno Unico erogato dall’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, l’INPS. Nato ufficialmente il 1° gennaio 2022 e che, appunto, al 30 giugno 2023 varca la soglia dei 18 mesi di vita.
Si tratta, come noto, di una riforma varata alla fine del 2021 dal Governo guidato da Mario Draghi e che aveva, nelle associazioni per la tutela della famiglia, un potente ed efficace gruppo di pressione. La ratio del provvedimento è semplice ma efficace al tempo stesso. Eliminare i vecchi ANF, gli assegni familiari presenti in busta paga, più una serie di sette altri piccoli istituti di supporto alle famiglie. Riunire quindi tutto il capitolo di bilancio statale disponibile in un unico assegno. Da far gestire direttamente dall’INPS.
Assegno Unico, sono alle viste conguaglio e ricalcolo
Tecnicamente l’Assegno Unico esce, quindi, dalla busta paga e viene versato sul conto corrente come se fosse un secondo stipendio. L’Assegno Unico è appannaggio di tutti i nuclei familiari, con figli, fino al compimento del 21° anno di età dello stesso. Ed è calcolato tenendo conto di reddito e dell‘Indice Socio-Economico Equivalente, l’ISEE. La somma tra stipendio ed assegno unico, nelle intenzioni del legislatore, deve essere a saldo positivo rispetto alla busta paga comprensiva dei vecchi assegni familiari.
Dal 1° gennaio 2022 è partita quindi la corsa alla presentazione delle domande e dal 1° marzo dello stesso anno sono scomparsi gli assegni familiari dalla busta paga e sui conti correnti hanno iniziato ad arrivare, con regolarità le cifre dell’Assegno Unico. Mediamente i cittadini che ne usufruiscono sono soddisfatti della riforma. I soldi arrivano puntuali, i calcoli sono efficaci e il combinato disposto di stipendio più assegno unico è maggiore dello stipendio precedente la riforma.
E come detto da giugno 2023 arriva il primo tagliando allo strumento. Il tagliando arriva sotto forma di ricalcolo dell’importo. Un ricalcolo in ordine al recupero dell’inflazione, all’adeguamento dell’ISEE all’anno in corso oltre alle maggiorazioni previste per le persone disabili. Il nuovo importo è disponibile sul portale dell’INPS, tramite autenticazione, dal 10 giugno mentre il conguaglio, tra quanto ricevuto e la nuova cifra, è erogato entro il mese in corso.