Serie A cambia nome: fuori dall’Italia diritti venduti con un’altra denominazione: le parole dell’Ad della Lega De Siervo
Il campionato più bello del mondo. Così si diceva una volta quando si parlava della Serie A. Erano gli anni Novanta e c’era la fila dei calciatori stranieri che bussavano alle porte dei club italiani. Molti, ovviamente, volevano vestire le maglie di Inter, Juventus e Milan, la più vincenti. Anche altre squadre, però, potevano vantare campioni nelle loro fila. Uno splendore che si è prolungato fino ai primi anni Duemila e che ha trovato l’apice nella vittoria della Nazionale al mondiale in Germania nel 2006.
Successivamente è cominciato il periodo negativo. La Nazionale fuori al primo turno del mondiale nel 2010, poi due mancate qualificazioni. Un percorso però fatto di parentesi gioiose come il successo all’ultimo Europeo e tre italiane in finale in tutte le competizioni europee, anche se ad oggi solo l’Inter (stasera contro il Manchester City nella finale di Champions) può riportare un trofeo in Italia.
La Serie A cambia nome: perché questa novità
Al di là dei risultati di Roma e Fiorentina nelle finali di Europa e Conference League, il calcio italiano ha riottenuto lustro, anche grazie alla vittoria dello scudetto del Napoli. Gli azzurri dopo 22 anni hanno rotto il monopolio che in oltre due decessi era stato solo delle tre maggiori società. L’ultima vittoria di una società diversa dai bianconeri e le due milanesi, è stata la Roma nel 2001.
L’amministratore delegato della Serie A Luigi De Siervo, in un’intervista al quotidiano spagnolo AS, ha evidenziato che con il successo dei partenopei negli ultimi quattro anni, quattro diverse squadre hanno vinto il campionato. Dettaglio che non si è verificato negli altri campionati europei e che rilancia il nostro.
Il pallone nostrano ha riottenuto appeal all’estero e cavalcando questa onda la Lega calcio è pronta ad apportare degli importanti cambiamenti. De Siervo ha annunciato che il nome della Serie A al di fuori dello Stivale sarà diverso: Serie A Made in Italy. Ciò è stato possibile grazie all’accordo chiuso con il governo di 10 milioni di euro a stagione.
La nostra massima categoria nazionale “è in crescita costante. Con la direzione aziendale di Michele Ciccarese, i nostri profitti aziendali sono passati dai 30 milioni di tre anni fa ai 70 di oggi”, ha dichiarato De Siervo.