Con la ripresa economica si scatenato i venditori porta a porta pronti a proporre ogni genere di prodotto. Ma che fare se diventano fastidiosi
L’Italia torna a guardare, se non con ottimismo, con meno ansia al proprio futuro economico. La spirale perversa di crisi economica generata dalla pandemia, acuita dallo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina e consolidata dal volo dell’inflazione, ha prostrato tutti i comparti e impoverito consumatori e famiglie. I dati dell’economia, sempre più negativi, hanno fatto temere l’arrivo di stagflazione e recessione.
Ma poi qualcosa è cambiato. A cambiare sono stati alcuni parametri fondamentali dell’economia del Paese. In primo luogo l’introduzione della flat tax per i lavoratori autonomi con redditi fino a 65.000. Poi è arrivato il taglio del cuneo fiscale, con relativo aumento delle buste paga. In ultima analisi la chiusura della stagione del Reddito di Cittadinanza. Scelte che ha immesso sul mercato nuova forza lavoro. Il risultato è che nel primo trimestre 2023, il Prodotto Interno Lordo è cresciuto dell’1,9% e che l’inflazione ha smesso di crescere.
Incubo venditori porta a porta, come difendersi
Tutti fattori che hanno evitato la recessione tecnica e che, come anticipato, spingono a guardare il futuro con meno ansia e paura. Il primo segnale di questo stato di cose è la ripresa dei consumi. Una ripresa di certo non poderosa. Ma netta. Parliamo nell’ordine, dati Confcommercio, del 3,8/4%. Un fattore che ha letteralmente scatenato le agenzie e le aziende di vendita diretta e televendita che puntano a massimizzare nei propri fatturati questa nuova fase del Paese.
Non è raro, in questi primi mesi del 2023, ricevere telefonate di teleselling e visite a domicilio tramite il classico e consolidato meccanismo del porta e porta. Le principali associazioni per la tutela dei consumatori stimano un aumento del 13% di questo tipo di attività. Un’attività che se da un lato genera nuovi posti di lavoro dall’altro lato, se non richiesta, può infastidire i consumatori. Ma come difendersi in questi casi?
La regola aurea è quella di inviare una mail, o una PEC, alle aziende che si presentano alla nostra porta chiedendo di essere eliminati dagli elenchi di clienti potenziali. Se questo stato di cose non risolve il problema ci sono altri passi utili da seguire. Identificare, sempre, con nome e cognome chi si presenta alla nostra porta. Non firmare, mai, senza aver letto e capito cosa viene proposto. Non usare il contante per pagare il bene. In ultima analisi, e questo afferisce ai tentativi di truffa, è quello di registrare, con video, ma anche con audio il confronto con il venditore. Ricordate infine che ci sono 30 giorni dall’acquisto per recedere.