Arrivano novità in merito al mantenimento dei figli: l’ammontare potrebbe subire delle modifiche in base alle ore trascorse con il padre. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.
Dopo una separazione o divorzio, il tribunale o altra autorità, definiscono il cosiddetto piano di custodia o accordo di visita. Grazie a questo i genitori possono trascorrere tempo di qualità con i propri figli a prescindere dall’addebito della separazione. Quest’ultimo viene deciso in base al rapporto tra i coniugi, e a quale dei due viene accollata la responsabilità della separazione-divorzio.
Chi è responsabile di tale disunione, deve secondo la legge corrispondere all’altro coniuge un assegno di mantenimento. Questo altro non è che un importo di denaro volto a sostenere economicamente i figli a seguito della separazione. La somma da corrispondere viene decisa dal tribunale, in base a diversi fattori, quali i redditi dei coniugi, il tenore di vita a cui era abituata la famiglia e le esigenze specifiche dei figli. Ora questa somma, generalmente non ha a che fare con il tempo trascorso con i figli, ma sembrerebbe che la Cassazione stia cambiando tale decisione.
Mantenimento e tempo trascorso con i figli: cosa sta cambiando
Come anticipato, l’importo dell’assegno di mantenimento è deciso sulla base di diversi criteri. Tra questi non vi rientra il tempo trascorso con il genitore al quale viene addebitato l’assegno. La ragione dietro questa decisione è che l’ammontare viene calcolato su una base annua e diviso in mensilità per un’erogazione più comoda per il coniuge. Questa decisione però oggi sembra avere qualche lacuna, ed è proprio la Cassazione ad aver affrontato tale dilemma in una recente sentenza. Per tempo trascorso con il genitore si intende quello trascorso per periodi quali le vacanze estive o quando le visite sono lunghe e ricorrenti.
Il motivo dietro questa possibilità di diminuire l’assegno è che il genitore che versa l’assegno, sostiene quando trascorre molto tempo con i figli una doppia spesa. Da una parte i costi per vacanza e interi periodi trascorsi insieme, dall’altra l’assegno da versare mensilmente. La Cassazione quindi sta rivalutando questo aspetto, rendendo lecita la richiesta di ridurre l’assegno di mantenimento in quei lunghi periodi in cui il genitore trascorre interi periodi con i figli. In questo caso il tempo deve essere maggiore a quindici giorni continuativi. In questi casi per la legge si tratterebbe di mantenimento diretto, il quale farebbe decadere il diritto all’assegno di mantenimento completo.