Prima uscita in pubblico di Mario Draghi dopo l’addio alla poltrona di premier italiano. Previsioni sull’andamento dell’economia
Mario Draghi torna a parlare in pubblico per la prima volta da quando lo scorso ottobre ha consegnato il campanello da premier italiano nelle mani di Giorgia Meloni. L’ex presidente del consiglio italiano è intervenuto negli Stati Uniti ad un convegno tenutosi presso il Massachusetts Institute of Technology (Mit).
Draghi, l’inflazione e le previsioni economiche
In questo istituto Draghi è considerato di casa. L’ex presidente della Bce ha parlato dell’andamento dell’economia soffermandosi sulle proiezioni future. Intanto ha ricordato che gli accordi in ritardo tra gli Stati europei sul tetto al prezzo del gas hanno prolungato la crescita dei costi energetici e, di conseguenza, l’inflazione.
Infatti, l’aumento dei prezzi ha avuto un iniziale calo da qua do si è registrato l’accordo sul tetto al prezzo del gas. Sul futuro, parte più interessante, Mario Draghi prevede un periodo più lungo di quanto previsto per la presenza dell’inflazione nei paesi occidentali. In parte questo tempo più lungo deriva anche dalle politiche interne dei paesi.
Inoltre, i paesi occidentali si stanno preparando a riportare in casa le produzioni delle materie prime considerate critiche. Queste produzioni attualmente sono attuate in paesi con costo di manodopera più bassi. Per questo motivo, l’internalizzazione di questi approvvigionamenti comporterà un aumento dei costi di determinate materie con l’inflazione che dovrebbe, in tal modo, prolungarsi.
Tuttavia, l’ex premier è convinto che la strada intrapresa dalle banche centrali di aumento dei tassi di interesse porterà poi ad una stabilità dei prezzi. Una politica monetaria, però, che va effettuata con moderazione, ricorda Draghi. Ciò significa anche che i tassi di interesse si conserveranno alti ancora per molto tempo.
Il premier afferma che questo quadro terrà bassa la crescita dei paesi.
Per questo motivo è fondamentale la politica fiscale interna dei singoli paesi che deve puntare ad ottenere una crescita a lungo termine proteggendo, nello stesso tempo, i più deboli nei confronti della congiuntura economica prospettata. Occorre una politica fiscale equilibrata che da una parte punti alla crecita e dall’altra protegga i più fragili nei ocnfronti di un’economia ancora fragile.