Lavorare spesso può essere pericoloso, sempre più frequenti, infatti, le vittime sul lavoro in Italia. Ai familiari resta l’amara consolazione di un risarcimento in denaro.
Il tema della sicurezza sul lavoro è ricorrente e fondamentale per la nostra giurisprudenza. Il numero di vittime sul lavoro è sempre crescente ponendo un problema su molteplici aspetti. Tra questi troviamo anche la delicata questione del risarcimento previsto per i familiari della vittima.
La disciplina sul risarcimento è molto varia e delicata, tenendo conto di numerosi fattori quali la responsabilità dell’incidente o il danno patrimoniale e biologico causato dall’incidente. Tenendo conto di questi fattori è possibile richiedere e ricevere un risarcimento in diversa misura. Vediamo nel dettaglio a quanto ammontano i risarcimenti e le rendite a seguito dei danni sul lavoro, e soprattutto, il funzionamento di questo articolato sistema.
Vittime sul lavoro: cosa spetta alla famiglia?
Generalmente, in caso di morte causata da un incidente sul lavoro, è l’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL). Esso si fa carico delle spese di risarcimento in quanto ogni lavoratore con regolare contratto di lavoro è soggetto alla tutela assicurativa obbligatoria. Oltre all’INAIL risponde del risarcimento anche i terzi responsabili dell’accaduto, si pensi in questo caso al datore di lavoro, che può essere citato dai familiari del lavoratore. L’INAIL, in primo luogo, è tenuto ad un indennizzo una tantum, erogato nei confronti dei familiari della vittima.
I familiari che hanno diritto all’indennizzo sono il coniuge e i figli minorenni (o maggiorenni se ancora a carico e senza impiego). Ogni familiare può fare istanza all’INAIL, entro quaranta giorni dal decesso, indicando il numero dei familiari a carico del defunto e gli estremi per il pagamento. Oltre all’indennizzo una tantum, ai familiare spetta anche una prestazione economica non soggetta a tassazione Irpef, ovvero una rendita INAIL. Tale rendita viene erogata mensilmente, con un anticipo di tre mensilità nella prima trance. Infine, ai familiari della vittima, spetta anche un eventuale risarcimento da terzi. Insieme alla rendita e al beneficio una tantum, ai familiari se presenti le circostanze, può essere dato anche un risarcimento per infortunio mortale se c’è la responsabilità di terzi o del datore di lavoro.