Nel mese di giugno i titolari di Partita IVA sono sottoposti ad un vero e proprio slalom di versamenti, scadenze, dichiarazioni e istanze
Con l’arrivo del mese di giugno si appressano due scadenze sociali ed economiche di grande rilievo. La prima è, ovviamente, quella del 21 giugno il giorno in cui convenzionalmente inizia la stagione più attesa: l’estate. La seconda è il 30 giugno, il momento in cui l’anno solare viene “spaccato” a metà. Il momento in cui per molte aziende e professionisti arriva il momento di chiudere il bilancio.
Un momento decisivo per ogni tipo di attività economica. Perché da un lato consente di capire con nettezza come si è lavorato e che margini economici si sono determinati. Dall’altro lato, si programma il bilancio preventivo per l’anno successivo. Ma l’approssimarsi di tale scadenza viene accompagnata da tutta una serie di obblighi e passaggi burocratici, che mettono a durissima prova le aziende e i professionisti.
Partita IVA, lo slalom tra i versamenti del mese di giugno
Come sempre sono i numeri lo strumento migliore per descrivere il vero e proprio slalom gigante a cui sono sottoposti a giugno i titolari di Partita IVA. Alcuni consorzi si sono presi la briga di calcolare quante comunicazioni, dichiarazioni, istanza, scadenze e versamenti si palesano nel sesto mese dell’anno. Ed il risultato è clamoroso. Sono in totale oltre cento.
La parte del leone la fanno le scadenze tra le varie imposte sostitutive, ritenute di acconto, Tobin tax e così via. Scadenze da liquidare entro il 16 del mese di giugno. Ma sono tanti anche i versamenti. Cinquantacinque per la precisione, tra IVA, Irpef, Ires e Irap, la svariate imposte sostitutive e la mole di addizionali e cedolari. Sempre a giugno è tempo di dichiarazioni. E per non farsi mancare nulla sempre a giugno ci sono alcune istanza e comunicazioni
Un ginepraio di scadenze e versamenti che ha un costo economico notevole, se non altro perché arriva tutto insieme. Un ingorgo che ha un costo, in termini di tempo, e quindi di minor produzione, notevole. Un meccanismo a cui tanto i milioni di titolari di Partita IVA, quando l’Ordine dei Dottori commercialisti chiedono di porre fine. La richiesta ai decisori politici e semplice ma predittiva, spostare alcune scadenze di almeno 15-20 giorni. Il motivo è semplice, fare fronte, con meno affanno, a tutte le richieste dello Stato. Sarà accolta? Ai posteri l’ardua sentenza