Bufera economica che potrebbe travolgere l’Europa aggravando la già difficile condizione nel Vecchio continente
Nell’ultimo mese sulla stampa nazionale sta avendo (finalmente) molto più spazio la questione del caro affitti nelle città universitarie. Un problema noto ma che sembrava essere discusso prevalentemente dagli studenti e relative famiglie che in giro per il Paese cercano un posto dove dormire. Roma, Milano, Napoli, Bologna: capoluoghi che ogni giorno ospitano migliaia di fuorisede che provano a costruire il futuro negli atenei cittadini, ma a che prezzo?
Per una stanza (a volte così piccola che non si può neanche definire tale) si paga anche 700 euro al mese. I proprietari giustificano i prezzi così alti dando colpa all‘inflazione e alle spese. Ciò è certamente un aggravio reale ma è innegabile che il più delle volte sono fitti a nero, in appartamenti non a norma e che anche prima dell’aumento dei prezzi, i canoni erano da capogiro.
Bufera economica, il problema delle case
Molti potrebbero alzare ulteriormente le cifre nascondendosi dietro quanto sta avvenendo. La situazione del mercato immobiliare in Italia, infatti, non è delle migliori. I prezzi su base annua a febbraio hanno segnato un +2,08% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Un tendenza contraria rispetto ad altre grandi capitali europee come Londra e Parigi dove i prezzi sono in calo, anche se solo lievemente.
Secondo gli analisti di importanti società che si occupano del mercato immobiliare, molti proprietari dovranno però ricorrere a vendite di asset (per pagare i debiti). La causa è che le società immobiliari hanno circa 165 miliardi di dollari di obbligazioni che scadono al 2026. Nel frattempo però le banche stanno attuando una politica che cale l’esposizione al settore e i costi del credito sono ai massimi dai tempi della crisi finanziaria. In questo modo le aziende a rischio vedono il loro debito più vicino al declassamento (dunque con minore possibilità che questo possa essere ripagata) e il prestito diventa più costoso.
Un esempio di ciò che potrebbe succedere è nella società immobiliare svedese Samhallsbyggnadsbolaget i Norden, crollata di oltre il 90% dal suo massimo storico. Il debito era di 8 miliardi di dollari che è stato usato per costruire un portafoglio di oltre 2.000 proprietà.