Il licenziamento è sempre un evento della vita traumatico, soprattutto se si somma alla burocrazia come la raccomandata non ritirata
I segnali che il ciclo economico sta inviando agli analisti italiani ed europei sono tutti molto chiari. La crisi che ha attraversato le economie occidentali è vicina alla soluzione. E i dati sui consumi e sull’occupazione danno tutti al segno più. Certo il danno al Prodotto Interno Lordo generato dalla pandemia da coronavirus covid-19 ancora non è stato recuperato in pieno. Inoltre il tasso di disoccupazione nel nostro Paese resta al 7,8%. Ma c’è da essere ottimisti.
Al tempo stesso è salito, e di tanto il numero dei licenziamenti. Siano essi individuali o collettivi. Nel solo 2022, dati ufficiali del Ministero del Lavoro, sono stati oltre 770.000 con un aumento netto del 30% rispetto al dato del 2021 quando erano stati poco più di mezzo milione. Va detto però, che nel 2021 eravamo ancora nel pieno della pandemia e in molti comparti vigeva il blocco dei licenziamenti. Ci sarebbe poi il fenomeno tutto italiano delle dimissioni volontarie, ma li ci portiamo dentro un novero complesso da analizzare e calcolare.
Raccomandata di licenziamento: e se non la ritiro?
Il licenziamento, sia esso per crisi economica, giusta causa o semplicemente per cessazione dell’attività è uno dei fenomeni della Vita più traumatici, amari e complessi. Parliamo di un fenomeno capace di cambiare l’intero corso dell’esistenza e di generare ansia, paura, apprensione fino a scatenare fenomeni che riguardano la salute mentale come la depressione ed la sindrome di burnout.
In particolare se al licenziamento si aggiungono strascichi burocratici. Come la volontà di intentare una causa di servizio o peggio ancora se la comunicazione della fine del rapporto di lavoro è arrivata per raccomandata. Raccomandata che magari è anche andata persa o non è stata ritirata. Che succede in questi casi? Cosa dice la legge? Come ci si deve comportare.
La legge in tal senso è chiara. Se non si dispone di una PEC, e quindi la comunicazione è solo cartacea, ha valore legale anche se non viene ritirata dal diretto interessato. Si perché nel caso in cui il postino passa per lasciare la missiva, non ci trova, o meglio non ci vogliamo far trovare, anche la sola ricevuta del suo passaggio ha valore legale. Da quella data, infatti, passati 30 giorni senza il ritiro della comunicazione, la raccomandata stessa si considera esitata. Vale sempre la pena quindi entrare in possesso della raccomandata di licenziamento. Anche solo come prova da usare in una eventuale causa