Il pagamento del cedolino di giugno delle pensioni squarcia il velo su un incredibile spreco di Stato, il contributo ex ONPI
Dal primo giugno 2023 sono in pagamento gli assegni delle pensioni dell’Istituto Nazionale per le Previdenza Sociale, l’INPS. Le cifre pagate il primo del mese finiscono, direttamente, sui conti correnti degli aventi diritto. Poi, a scadenza giornaliera, dal 2 al 6 del mese vanno in pagamento gli assegni dei pensionati che ritirano materialmente le spettanze direttamente allo sportello. Divisi per lettera A-E, F-L; M-Q; R-Z.
Ma il cedolino della pensione INPS di giugno 2023 avrà un’attenzione diversa da parte di chi li incassa. Il motivo è legato al fatto che, nei giorni scorsi, una popolare trasmissione di informazione satirica di livello nazionale, Striscia la Notizia, ha sollevato il velo su un tema delicatissimo. Un tema che impatta direttamente sulla composizione dell’Assegno. Una piccola premessa per chi non è addentro alla materia pensioni. L’INPS, eroga pensioni alle quali vengono detratte tutta una serie di spese e tasse. Si chiama cedolino ma è alla stregua di una busta paga.
Contributo ex ONPI: dove vanno davvero
Le detrazioni sono in particolare l’Imposta per il Reddito sulle Persone Fisiche, l’IRPEF, le detrazioni da lavoro articolo 13 T.U.I.R gli eventuali cumuli, per chi è iscritto ai sindacati la quota associativa e una voce che ha davvero dell’incredibile. La voce incredibile. e che sicuramente verrà verificata con attenzione da tutti i pensionati già a giugno 2023. è il cosiddetto Contributo ex ONPI. Parliamo di un contributo risibile, 1 centesimo ma che moltiplicato per circa 16 milioni di pensionati cuba la, non banale, cifra di 160.000 euro al mese, oltre due milioni di euro l’anno.
Ma il tema è un altro. Come vengono usati questi due milioni l’anno che vengono sottratti al cedolino dei pensionati? La risposta è davvero incredibile. L’ex ONPI non è altri che l’Opera Nazionali Pensionati di Italia, una struttura parastatale in vigore dal 1948 al 1978 per gestire le Case di riposo per persone anziane. Per finanziare l’Opera viene deciso di prelevare una cifra minima da ogni pensione. Un contributo di solidarietà per chi non può andare in una struttura assistenziale a proprie spese. Nel 1979, quando l’ente viene abolito lo Stato si “dimentica” di abolire il contributo presente nella pensione e il prelievo prosegue ai giorni nostri.
Ma mentre nel periodo dal 1979 al 2006 i fondi sono girati, in quota parte, alla regioni per la finalità di assistenza, dal 2006 ad oggi il fondo viene raccolto direttamente dall’INPS. E destinato a…nessuno. I soldi della detrazione, sono accumulati in un fondo di perequazione, quello per mitigare le differenze di bilancio tra le regioni. Una storia incredibile, una storia all’italiana