C’è timore per il settore turismo in vista dell’estate che sta per arrivare, visti gli importanti aumenti rispetto all’anno scorso: non è escluso un flop.
Si avvicina sempre di più la stagione estiva e saranno milioni gli italiani che partiranno per le vacanze. Per godersi giorni di relax, magari insieme ad amici o parenti, saranno necessari dei costi che, secondo le recenti stime, sono aumentati in maniera significativa rispetto allo scorso anno.
Soggiornare in una struttura ricettiva o mangiare in un ristorante o bar richiederà, difatti, una spesa maggiore rispetto al 2022, rincari che fanno temere un vero e proprio flop per il settore turismo in vista dell’estate alle porte.
Vacanze 2023, importanti rincari rispetto allo scorso anno: teme il settore turismo
Un’ondata di rincari ha investito il settore del turismo, ora preoccupato per un possibile calo dei clienti durante la stagione estiva. I listini di hotel, ristoranti e bar sono saliti in maniera esponenziale rispetto allo scorso anno.
Secondo quanto stimato dalle associazioni dei consumatori e dal Codacons, come riportano i colleghi de La Nazione, per soggiornare in una struttura ricettiva sarebbe necessaria una spesa media superiore del 18% rispetto all’anno scorso, con punte che arrivano al 43% come nel caso di Firenze. Villaggi vacanza e campeggi costano in media l’11,1% in più.
Relativamente alla ristorazione, si prevede anche qui una spesa molto più alta rispetto al 2022. Più nel dettaglio, si spenderà mediamente il 6,1% in più nei ristoranti, il 7,6% nelle pizzerie ed il 4,8% in più preso i bar. Crescono rispettivamente del 5,9% e del 6,6% anche i listini di gelaterie e pasticcerie e dei fast food. Secondo il Codacons, i rincari, prendendo in considerazione una spesa media a famiglia di circa 1.080 euro a famiglia, toccheranno i 2 miliardi di euro in totale nel nostro Paese.
Infine, è stata fatta una stima su quelle che sono le città ad aver fatto registrare gli aumenti più significativi. Nel dettaglio, come riporta la redazione de La Nazione, al primo posto c’è Firenze, seguita da Milano (+38%) e Campobasso (+28,9%). Fuori dal podio, Venezia (+25,7%), Palermo (+25,3%) e Ferrara (+24,6%). Non esenti dai rincari anche le località balneari, specialmente in Sardegna, Puglia ed Emilia Romagna
