Una recente ricerca ha stilato, tenendo in conto alcuni parametri di riferimento, la classifica dei migliori e peggiori ospedali italiani.
Secondo una recente indagine, alla fine del 2020 nel nostro Paese erano presenti 1.004 ospedali, di cui il 51,4% pubblici e la restante parte privati accreditati. Un numero di istituti di cura che ha messo a disposizione centinaia di migliaia di posti letto.
Un’altra ricerca, di qualche giorno fa, invece, ha stilato quali fossero le migliori e le peggiori strutture ospedaliere dislocate sulla nostra Penisola, tenendo conto di diversi fattori e parametri che hanno permesso agli esperti di effettuare la valutazione.
Ospedali migliori e peggiori in Italia: l’analisi Agenas
L’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), agenzia sottoposta alla vigilanza del Ministero della Salute, ha svolto una nuova ricerca per valutare la qualità degli ospedali presenti nel nostro Paese. L’analisi ha tenuto in considerazione 53 ospedali pubblici, di cui 30 universitari, e le loro attività durante il 2021, anno durante il quale, però, si era ancora in piena pandemia.
Questi dati sono stati analizzati dalla redazione de Il Corriere della Sera che ha stilato una classifica valutando quali siano gli istituti di cura migliori italiani e quali quelli peggiori. Per stilarla sono stati valutati tempi d’attesa, prestazioni del Pronto Soccorso, il numero del personale in relazione ai posti letto, i bilanci, i tassi di ricoveri ad alto rischio di inappropriatezza ed il livello delle attrezzature e dei macchinari.
Dalla ricerca è emerso che solo 9 ospedali sui 53 esaminati aveva un punteggio alto nei sei parametri: Pisana, Careggi (Firenze), Senese, Padova, Integrata Verona e Policlinico Sant’Orsola (Bologna) a cui si aggiungono quelli non universitari Santa Croce e Carle (Cuneo), Riuniti Marche Nord e Ordine Mauriziano (Torino).
Punteggi medi, invece, per la maggior parte delle strutture, ossia 32 in totale distribuiti su tutto il territorio nazionale. Male, invece, i restanti 12 che hanno accumulato un punteggio basso tenendo conto sempre dei sei parametri di riferimento. Nel dettaglio, in quest’ultima categoria rientrano: Cosenza, San Pio (Benevento), Sant’Anna e San Sebastiano (Caserta), Riuniti Villa Sofia Cervello (Palermo), Ospedali Civico Di Cristina Benfratelli (Palermo), Cannizzaro (Catania), San Giovanni Addolorata (Roma), San Camillo Forlanini (Roma) Luigi Vanvitelli (Napoli), San Giovanni di Dio Ruggi d’Aragona (Salerno), Mater Domini (Catanzaro) e Policlinico Umberto I (Roma).
Dalla classifica si può notare come le strutture con i punteggi più bassi si trovino concentrati in quattro regioni: Campania (4), Calabria (2), Lazio (3) e Sicilia (3). I nove ospedali con i punteggi più alti, invece, in Toscana (3), Piemonte (2), Veneto (2), Emilia Romagna (1) e Marche (1).
Un altro interessante aspetto valutato da Il Corriere della Sera, è quello relativo ai tempi d’attesa per gli interventi per i tumori: in questa classifica spiccano Senese, Padova, e Pisana, mentre agli ultimi posti si piazzano il Sant’Anna e San Sebastiano (Caserta), il San Luigi Gonzaga (Torino) e il Santi Antonio e Biagio e Cesare e Arrigo (Alessandria).