Importante decisione dell’UE in materia di sovvenzioni e fondi. Ecco cosa è successo e perché la decisione di Bruxelles penalizza l’Italia
Piove sul bagnato sui già complicati bilanci delle aziende italiane. Una decisione del Tribunale dell’Unione Europea, infatti, colpisce in maniera diretta quelli relativi ad uno dei settori che, più di tutti gli altri, ha sofferto gli effetti della pandemia da coronavirus Covid-19. Parliamo del settore delle compagnie di trasporto aereo. Compagnie che, nel biennio a cavallo tra il 2020 ed il 2022, hanno visto ridurre il proprio livello di produzione anche del 98%. Con una perdita secca complessiva di quasi 5 miliardi di euro di fatturato.
Un dato ancor più drammatico se commisurato ai 201 miliardi di perdita del settore a livello mondiale. In pratica le sei compagnie aeree italiane, attive nel biennio in oggetto, Alitalia, Ita-Airways, Air Dolomiti, Neos, Ego Airways e Blue Panorama hanno perso, da sole, il 2,5% dell’intero fatturato mondiale. Numeri pesanti, numeri importanti, numeri ai quali si è cercato di porre rimedio cercando e trovando aiuto nell’Unione Europea.
Sovvenzioni UE, Italia penalizzata
In sostanza i governi di Giuseppe Conte e Mario Draghi, quelli che si sono succeduti alla guida del Paese durante la fase calda della pandemia, hanno cercato di sostenere il settore del trasporto aereo creando un fondo di compensazione. Questo fondo aveva il valore di 130 milioni di euro complessivi ed era a disposizione delle compagnie che chiedevano di utilizzarlo. Ovviamente tutte e sei le compagnie con licenza attiva in Italia hanno fatto ricorso al fondo. Ristorando così i propri bilanci ed evitando, almeno in parte, danni economici irreparabili.
Ma in questi giorni, come accennato, è arrivata la doccia gelata. Doccia gelata che si è palesata sotto forma di decisione del Tribunale dell’Unione Europea la struttura che di concerto con la Corte di Giustizia Europea è chiamata a diramare le controversie fra Stati. Il Tribunale in questione, con una sentenza specifica, ha azzerato l’azione di ristoro alle compagnie aeree. Bacchettando, di fatto, tanto i Governi italiani che avevano creato il fondo di ristoro quanto la Commissione Europea che aveva approvato il provvedimento.
L’azione del Tribunale dell’Unione Europea ha preso le mosse da una richiesta avanzata da Ryanair, che ricordiamo non batte bandiera italiana, la quale accusava tanto lo Stato italiano e l’UE di aver messo in atto un comportamento economicamente discriminatorio verso le compagnie estere. Da qui appunto il ricorso alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea e la relativa sentenza. La sentenza, nel dettaglio, indica la non ammissibilità dell’aiuto definendolo, come “Aiuto di Stato”. La chiave di volta per l’esito della sentenza è il non aver applicato ai propri dipendenti il trattamento economico adeguato, condizione imprescindibile per ottenere quel tipo di sostegno