L’IMU è un tributo che si paga al comune per il possesso di un immobile. Alle volte è particolarmente esoso. Per fortuna c’è una novità per pagare “meno”, vediamola.
È fissata al 16 giugno la scadenza per versare l’acconto 2023 sull’IMU, l’imposta municipale propria, il cui saldo è previsto per il 16 dicembre: Si tratta di una tassa municipale sulla legata al possesso di fabbricati. In parole povere è la principale tassa sulla casa che abbiamo in Italia, anche se sono tenuti a pagarla solo coloro che detengono seconde case o case cosiddette di lusso. Dal 2013 infatti è stato abolito il pagamento di questa tassa per le abitazioni che fungono da abitazione principale.
Ogni anno si stima paghino l’IMU circa 25 milioni di cittadini. L’imposta raccoglie in totale circa 10 miliardi di euro nelle casse dei Comuni. Possiamo quindi ben immaginare come non si tratti di somme indifferenti. Proprio per questo motivo quando è possibile pagare di meno pur rispettando la Legge lo si fa con piacere. Vediamo come fare.
Se siete proprietari di seconde case, di case cosiddette signorili (accatastate nelle categorie A/1, A/8 e A/9) oppure di aree fabbricabili e terreni agricoli ahimé siete tenuti al pagamento dell’IMU, l’imposta municipale propria. Spesso però i contribuenti si domandano se ci sia qualche modo per pagare meno.
La dura verità è che se l’imposta è dovuta non c’è modo di non pagarla, a eccezione di alcuni casi particolari. Tuttavia esiste qualche stratagemma per non dover pagare tutto nello stesso momento o, come nel caso dell’IMU, in due tranche fatte da acconto e saldo. Quest’anno infatti sarà possibile rateizzare l’IMU. Lo dice il MEF, il Ministero delle Finanze, in un documento.
Questo chiarisce che sì è possibile ottenere la rateizzazione del debito, ma solamente se ci si trova in una situazione di temporanea e dimostrabile difficoltà economica. Inoltre il MEF chiarisce che il pagamento delle somme dovute può essere ripartito fino a un massimo di settantadue rate mensili. Attenzione però, prima di agire bisogna verificare che il proprio Comune non abbia deliberato diversamente in materia di rateizzazione dell’IMU.