Se l’Intelligenza Artificiale ruba il lavoro e fa tutto quello che potresti fare al tuo posto, lo Stato ti viene incontro per aiutarti, ma a modo suo
Siamo nel ventunesimo secolo, la tecnologia si sta evolvendo in modo particolare. Non possiamo prevedere il futuro e credere che le macchine voleranno tra vent’anni, questo sembra piuttosto improbabile, qualcosa che però possiamo dirvi con certezza è che l’intelligenza artificiale si prenderà sempre più spazio nelle nostre vite.
Se da una parte possiamo essere felici di vedere il modo in cui l’Intelligenza Artificiale si sta facendo spazio all’interno delle nostre vite, d’altra parte non possiamo fare a meno di essere preoccupati per tutti questi posti di lavoro che cesseranno di esistere quando qualcosa che non richiederà di certo uno stipendio, potrà fare tutto al nostro posto.
Cosa succederà però a noi poveri comuni mortali quando questo succederà? E qui entra il gioco lo Stato. 30 milioni di euro per poter sostenere i lavoratori che rischiano il proprio mestiere per via dell’innovazione tecnologica.
Se l’Intelligenza Artificiale ruba il lavoro, lo Stato ti aiuta a modo suo
Il Presidente del Fondo Giovanni Fosti sostiene: “Investire sul capitale umano per sperimentare, in maniera innovativa rispetto al passato“. Si tratta di una iniziativa che ha come obiettivo di quello di fornire degli strumenti di formazione ai lavoratori che sono stati coinvolti. Certamente nel nostro Paese questa necessità più viva che mai, dal momento che, come vi abbiamo già detto in precedenza, l’intelligenza artificiale è in grado di prevedere molte cose.
In ogni caso, forse 30 milioni di euro non basteranno a risollevare questa situazione. Pare infatti che nel nostro Paese siano 26 milioni le persone che non hanno le competenze digitali di base, dunque facendo due calcoli possiamo renderci conto che questi soldi non bastano affatto per aiutare tutti ad ottenere la formazione di cui si ha bisogno.
Dunque, proprio per questo motivo, servirà un impegno maggiore da parte dello Stato. Il fondo, comunque sia, dispone di molte più risorse e prevede di spendere non solo 30 milioni di euro, ma anche altri 350 in totale entro la fine dell’anno 2026. Una iniziativa che potrebbe decisamente cambiare molte vite.
