Sono sempre più le persone che si affidano alla cosiddetta cedolare secca per le case in affitto. Cosa comporta, però, tale aumento? Vediamolo assieme.
Nonostante i prezzi delle case in affitto continuino a mantenersi molto alti, tante persone per necessità non possono farne a meno, e spesso si trovano a firmare contratto di locazione con cedolare secca. Si tratta di un’agevolazione che va ad aiutare entrambe le parti, poiché da una parte il proprietario evita di pagare altre tasse come previsto nei contratti tradizionali, e l’inquilino si trova con un prezzo fisso dell’affitto per tutta la sua durata, senza aumenti.
Si tratta quindi di una scelta che accontenta tutti, Stato compreso, visto che il gettito fiscale è aumentato e dal 2021 si è assistito ad un incremento proprio sia della cedolare secca nel contratto tipico 4+4, che in quello a canone concordato. In entrambi i casi le aliquote sono decisamente interessanti, e ora sempre più proprietari di immobili desiderano utilizzarla anche in altri contesti. Ma cosa comporterebbe questo scenario?
Cedolare secca, cosa cambia se continuano ad aumentare i contratti di affitto di questo tipo?
Bisogna prima spiegare cosa comporta la cedolare secca: nel caso del contratto 4+4, prevede una tassazione del 21% che permette al proprietario di eliminare il pagamento di imposta di registro, imposta di bollo, addizionali regionali e comunali e l’imposta sul reddito delle persone fisiche. Nel caso di cedolare secca per canone concordato, ovvero quello che dura 3+2 anni, l’aliquota è del 10%. Il primo tipo di contratto è quello oggi più usato in Lombardia, mentre il secondo nel Lazio.
Ebbene, finora questa formula è stata considerata solo per le locazioni residenziali, ma è facile intuire che potrebbe essere di grande vantaggio anche per quelli commerciali, finora rimasti esclusi. Non è detto che ciò potrebbe avvenire con una prossima riforma tributaria e fiscale.
In realtà c’è già una proposta di legge in merito, che estenderebbe anche la cedolare alle attività commerciali, e ciò porterebbe non solo a una semplificazione tributaria del settore, ma anche a una divisione delle tasse più equa e distribuita meglio rispetto a come è ora.