Il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, avrebbe espresso la propria volontà di abolire il superbollo, tassa rivolta alle auto che superano una determinata potenza.
Potrebbero a breve arrivare tante novità per gli automobilisti italiani. Il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, starebbe lavorando già da tempo per rivedere alcune norme attualmente in vigore.
Coinvolto nel progetto del vicepremier ci sarebbe anche il superbollo, ossia la tassa introdotta nel 2011 per le auto che superano una determinata potenza. L’intenzione sarebbe quella di abolire questa tassa automobilistica, come si era già parlato negli anni precedenti.
Ormai da anni si parla della possibilità di abolire il superbollo, ora, però, pare che questa decisione possa essere presa in maniera definitiva. Il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, avrebbe espresso la propria volontà di eliminare la tassa automobilistica intervenendo via delega fiscale sulle cosiddette “microtasse”. Una novità che potrebbe affiancarsi alle altre proposte fatte negli ultimi mesi dal vicepremier che vorrebbe una riforma del Codice della Strada.
Ma cos’è il superbollo? Si tratta di una tassa introdotta nel 2011 dal Governo Monti ed è rivolto alle auto con una potenza superiore ai 185 kW (251 CV). I proprietari di queste vetture saranno tenuti al pagamento di 10 euro ogni kW superiore ai 185. Esenti dalla tassa i veicoli elettrici e quelli esenti anche dal pagamento del bollo ordinario, come i mezzi storici.
Sulla proposta del Governo ha espresso il proprio parere, come riporta Il Sole 24 Ore, il presidente dell’Aci Angelo Sticchi Damiani, il quale si è detto soddisfatto della volontà dell’esecutivo di eliminare il superbollo definendolo “una tassa tanto iniqua quanto inutile”.
L’abrogazione potrebbe, difatti, portare benefici al settore automotive delle auto di lusso, considerato anche il fatto che le entrate nelle casse dello Stato derivanti dalla tassa sarebbero, scrive Il Sole 24 Ore, di poco più di 100 milioni di euro all’anno. Ora, però, i proprietari di queste auto attendono aggiornamenti concreti considerando che da anni si parla di questa possibilità: la prima volta già nel 2013 a soli due anni dall’introduzione.