IMU 2023: se l’immobile è in comodato d’uso c’è una riduzione d’imposta. Tutto quello che devi sapere su questo argomento
Come ben sappiamo, il comodato è il contratto con cui una parte parte consegna all’altra un bene mobile o anche immobile, con lo scopo che venga utilizzata per un tempo o per un uso a tempo determinato. Infine, dev’esserci l’obbligo di restituirlo.
Il comodato si tratta di un contratto del tutto gratuito, che si può redarre in forma scritta oppure verbale. L’unica differenza con quella verbale, è che la versione scritta va registrata entro 30 giorni dalla data dell’atto.
Quando invece il contratto è verbale, va registrato solo nel caso venga enunciato in un altro atto sottoposto ad una vera e propria registrazione.
IMU: in quale caso esiste una riduzione di imposta?
È importante sapere che il soggetto ha l’obbligo di pagare l’IMU, nel caso venga concesso il proprio immobile in comodato d’uso gratuito, però ha diritto a ricevere una riduzione dell’imposta a determinate condizioni.
Tra le agevolazioni che sono previste per l’IMU del 2023, c’è la riduzione dell’aliquota del 50% in casi specifici che sono indicati dalla norma di riferimento. In modo particolare è stabilito che la base imponibile dell’IMU è ridotta del 50% per le abitazioni concesse in comodato d’uso ai parenti in linea retta.
Va poi specificato che la riduzione del 50% della base imponibile per le unità immobiliari, sono connesse in comodato dal soggetto passivo a tutti i parenti in linea retta entro il primo grado che le usano come abitazione principale. Ci sono però delle condizioni da tenere in considerazione.
Le condizioni sono le seguenti:
- il contratto di comodato sia registrato;
- il comandante possieda nel nostro Paese la sola abitazione concessa in comodato, e a parte quest’ultima può possedere un altro immobile adibito a proprio abitazione principale;
- il comandante risieda in modo anagrafico nello stesso comune.
La riduzione della base imponibile viene applicata nel momento in cui, nel caso della morte del comodatario, l’immobile resti destinato ad una abitazione principale del coniuge nel caso dovessero esserci dei figli minori.