La cara Naspi a rischio per questa categoria di disoccupati: può essere pignorata direttamente dal proprio conto. Quando succede? Cosa si può fare affinché non avvenga?
Per naspi si intende l’indennità di disoccupazione rivolta ai lavoratori dipendenti, che per loro mancato volere, si sono ritrovati senza un’occupazione. La somma che il disoccupato riceve mensilmente varia principalmente a seconda dello stipendio che percepiva e per quanto tempo ha svolto l’ultima occupazione. Questa forma di sostegno importantissima non è eterna, ma viene erogata solo per un periodo, ovvero fino a due anni dal licenziamento, ingiustificato.
Il disoccupato infatti deve aver perso il proprio lavoro non per causa sua, ma per una motivazione che risulti ingiusta alla legge. Quando però un disoccupato rientra in una situazione di debito, in quel caso i creditori possono richiedere che venga pignorata anche la NASPI. Il pignoramento della naspi è legale? In quali casi viene richiesto? Scopriamo tutto nel dettaglio.
Pignoramento della Naspi: quando e avviene?
Come anticipato, se il disoccupato si trova in una situazione di debito e i creditori si muovono per recuperare il credito dato, possono richiedere il pignoramento della Naspi. L’indennità di disoccupazione però non può essere totalmente pignorata in quanto per la legge italiana il debitore deve possedere ancora parte di essa intesa come quota minima vitale. Tale Minimo Vitale non può essere in alcun modo pignorato.
La somma pignorabile da terzi non può eccedere la somma pari a tre volte l’assegno sociale. Oggi tale assegno- minimo vitale- è pari a 530.27 euro. Per tale ragione la quota di Naspi che non può essere pignorata è pari a 1509.81 euro. Questo accade solo se la disoccupazione è stata già versata sul conto corrente. Cosa accade se la naspi non è stata ancora accreditata? La parte che non può essere pignorata, e quindi salva dai creditori, è pari a due volte l’assegno sociale, ovvero 1.006 euro.
L’ultimo caso da trattare è quello in cui la Naspi non può essere pignorata, anche se il disoccupato si trova in una situazione debitoria. È il caso del disoccupato che riceve una naspi già pari, o inferiore all’assegno sociale. In questo caso i creditori non avrebbero nulla da pignorare in quanto l’indennità corrisponde già al minimo vitale.