Nei giorni scorsi, i giudici della Corte di Cassazione si sono espressi con una sentenza su un caso di un immobile dato in comodato d’uso gratuito ad una donna da un uomo.
In Italia esiste una forma di contratto attraverso il quale si può concedere un immobile gratuitamente per un determinato lasso di tempo a patto che poi quest’ultimo venga restituito al legittimo proprietario. Si tratta del cosiddetto comodato d’uso gratuito.
Proprio su questa tipologia di contratto, di recente, si sono espressi, attraverso una sentenza, i giudici della terza sezione civile della Corte di Cassazione che hanno messo fine ad un contenzioso apertosi circa sette anni fa.
Comodato d’uso, la recente sentenza della Corte di Cassazione: il caso
Lo scorso 24 aprile, i giudici della terza sezione civile della Corte di Cassazione hanno messo un punto definitivo ad un contenzioso apertosi a Lucca nel 2016. Nel dettaglio, come riportano Lucca in Diretta, il caso riguardava un immobile dato in comodato d’uso gratuito ad una donna con la quale aveva una relazione nel lontano 1998. Quest’ultima, però, sembra abitasse già da anni all’interno della casa, ma il contratto per formalizzare tutto venne firmato solo nel 1998 e prevedeva che l’uomo potesse anche usufruire dell’immobile. Alla morte dell’uomo, nel 2016, però, gli eredi (moglie e figli) hanno richiesto la restituzione.
Si è aperto così un contenzioso, terminato solo nelle settimane scorse, con l’intervento della Suprema Corte che ha dato ragione al comodatario confermando le decisioni del Tribunale di Lucca e della corte d’Appello di Firenze e condannando alle spese legali gli eredi. La Corte di Cassazione, riporta Lucca in Diretta, ha respinto tutti i motivi presentati, compreso quello relativo alla reale esistenza di una relazione sentimentale tra la donna e l’uomo.
Secondo gli ermellini, gli eredi on potranno richiedere il bene sino a quando non cesseranno stabilmente i bisogni abitativi della donna, così come prevede il contratto, o sino a quando non subentra un’esigenza che permette di rescindere il contratto. Un caso del genere potrebbe essere la difficoltà economica sopravvenuta all’interno della famiglia del comodante. Una sentenza che, una volta emessa, ha scatenato il dibattito anche per la particolarità del caso.