Si fa un gran parlare del presunto aumento degli stipendi grazie allo sgravio del cuneo fiscale che ci sarà a partire da giugno 2023, come previsto dalla recente manovra del Governo Meloni.
I giornali titolano ormai da molti giorni circa un aumento in busta paga, per i dipendenti di aziende pubbliche e private, di ben 100 Euro a partire da luglio, ma questo corrisponde alla realtà? Una domanda lecita, visto che una somma del genere fa comodo a ciascuno di noi, poiché permette una vita più serena, in particolare considerando le tante spese che a fine mese devono essere affrontate.
La realtà, tuttavia, è ben diversa da quanto illustrato da numerosi quotidiani nazionali, e l’aumento degli stipendi, purtroppo, va rivalutato, ed è molto inferiore ai 100 Euro tanto declamati. Questo perché si deve tener conto di aumenti di cui già da alcuni mesi i lavoratori possono godere. Vediamo nel dettaglio, allora, di quale cifra si tratta e che i cittadini lavoratori dipendenti si troveranno in più nello stipendio.
Intanto questo sgravio fiscale sarà applicato sulle buste paga dei lavoratori che percepiscono meno di 35.000 Euro, inoltre, una percentuale pari al 2 o 3% è applicata già come previsto dalla Legge di Bilancio del 2023, mentre lo sgravio del 6 o 7% partirà dal prossimo luglio.
Grazie alle simulazioni eseguite dallo studio commercialista De Fusco Labour & Legal, possiamo vedere come un lavoratore che prende 1.923 Euro al mese, e ha diritto quindi da qualche mese dello sgravio del 3%, oggi in busta paga prende 41,15 Euro in più, ai quali saranno sommati da luglio a dicembre ulteriori 54,87 Euro. Il totale quindi, arriverà a sfiorare, sì, io 100 Euro, ma è un calcolo che non deve trarre in inganno.
Infatti, la somma totale sarà composta anche dai soldi in più che i lavoratori dipendenti avranno iniziato a prendere a partire dallo scorso gennaio, per un totale complessivo di 96,03 Euro. Inoltre, va considerato come questo sgravio durerà solo fino alla fine di dicembre, e a meno che non venga esteso, si tornerà a prendere lo stipendio previsto e precedente al Decreto Lavoro.