Aumenta la Tari: l’ennesima stangata per gli italiani che in questo periodo stanno già affrontando il terribile avvento dell’inflazione: i nuovi importi
La Tari del 2023 sta per aumentare in modo importante. Sono infatti sempre di più i Comuni che stanno provvedendo al rialzo delle tariffe per la raccolta dei rifiuti: ad esempio, nella città di Napoli l’aumento è stato già annunciato.
Nel capoluogo campano, l’aumento sarà di circa il 20%. La buona notizia però è che il rincaro si manifesterà nell’ultima rata, questo significa che avrà un maggiore impatto sui vostri stipendi del 2024.
La tassa sull’immondizia è salita pure nella città di Perugia, infatti proprio questa settimana la giunta ha deliberato un aumento di 4,2%, dunque molto in meno rispetto a Napoli.
Tari: con l’aumento arriva un’altra stangata per gli italiani
Un altro aumento riguarda Torino, dove la giunta comunale ha da poco accettato un incremento della Tari dell’1,20%. A Padova invece la tassa sulla raccolta e lo smaltimento dei rifiuti salirà nel corso di quest’anno di circa il 3,63%, sia per le utenze domestiche e per quelle non domestiche. Succederà nonostante ci sia stato già un aumento lo scorso anno del 7%.
La Segretaria confederale Uil, Ivana Veronese, ha dichiarato: “La Tari pesa soprattutto sul bilancio delle famiglie del Centro-Sud, nove delle prime dieci città dove la Tari è più alta sono ubicate in quest’area del Paese“.
Poi ha continuato, affermando: “Quindi al Sud dove in svariati Comuni il ciclo integrato dei rifiuti non è ancora stato completato“.
Le aliquote potrebbero rimanere ferme nell’attesa che arrivi il termovalizzatore che concederà una riduzione del 20% delle aliquote. Nella città di Milano le utenze domestiche verranno pagate nell’anno corrente in media il 3,6% e decisamente molto in meno rispetto allo scorso anno.
I nuovi aumenti della tariffa sui rifiuti invece arrivano dopo un anno piuttosto difficile come quello che hanno vissuto città come Viterbo, dove ha visto la tassa sull’immondizia crescere praticamente del 3,63% per le utenze domestiche e 2,89% per quanto riguarda quelle non domestiche, nonostante già lo scorso anno ci sia stato un 7% di aumento.