L’8 per mille rappresenta uno strumento importante e per questo bisogna essere ben informati su come funziona e chi riceve i soldi che doniamo.
Fare del bene è un gesto dal grande potere sociale ed esistono ad oggi tanti modi per farlo. Uno di questi è devolvere una parte della propria quota IRPEF all’8 per mille. Ne hai sicuramente sentito parlare ma ancora non ne conosci il funzionamento, come donare e se è obbligatorio farlo?
Generalmente quando si effettua la dichiarazione dei redditi, viene richiesto al contribuente se si vuole versare parte delle imposte a scopo benefico. Si tratta, in particolare, di una donazione ad un ente religioso o allo Stato, ed è questa la prima grande differenza tra l‘8×1000 e il 5×1000 che invece sostiene le associazioni ed enti no profit. Scopriamo nel dettaglio di cosa si tratta.
8×1000 è obbligatorio? Chi riceve i soldi?
A termine della propria dichiarazione dei redditi tutti i contribuenti sono tenuti in maniera obbligatoria a devolvere parte della propria quota IRPEF ad un ente religioso o allo Stato. Per decidere a chi donare tale quota è necessario scegliere l’ente che beneficerà della donazione e firmare la scheda che contiene tutti i dati. Se il contribuente non presenta il Modello 730 ma effettua la Certificazione Unica, può anche in questo caso scegliere a chi donare il proprio 8×1000.
Gli enti a cui è destinato, come detto in precedenza, sono lo Stato e ben undici diversi enti religiosi quali la Chiesa Cattolica, le Assemblee di Dio, l’Unione Italiana delle Chiese Cristiane Avventiste del Settimo giorno, la Chiesa Evangelica Luterana e quella Valdese, la Sacra arcidiocesi Ortodossa, l’Unione delle Comunità Ebraiche, l’Unione Cristiana Evangelista Battista, l’Unione Induista italiana, la Chiesa apostolica ed infine l’Unione Induista italiana.
Devolvere l’8 per mille è obbligatorio, quindi ad ogni contribuente verrà prelevata una parte della propria quota, ma a chi andranno i soldi se non si effettua alcuna scelta? In questo caso la quota viene ripartita equamente tra gli enti religiosi scelti maggiormente dagli altri contribuenti.