Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha chiarito gli obblighi dei nonni nei confronti dei nipoti in tema di mantenimento: la decisione della Suprema Corte.
Diventare nonni è un momento della vita tanto atteso che riempie di gioia. Molto spesso si dice proprio che siano i nonni a viziare i nipoti, magari concedendo loro qualche “sfizio” che era stato negato dai genitori.
Capita che siano, in alcuni casi, proprio i nonni a crescerli o provvedere al loro mantenimento per svariati motivi. Proprio in merito, di recente, si è espressa la Corte di Cassazione che in una sentenza ha stabilito come i nonni, in caso di necessità, debbano provvedere al mantenimento.
Nonni, mantenimento dei nipoti: la decisione della Corte di Cassazione in merito
I giudici della Corte di Cassazione, con la sentenza n.30368 dell’ottobre dello scorso anno, si sono espressi sul mantenimento dei nipoti da parte dei nonni che, in certi casi, diventa obbligatorio.
Ma cosa significa questa decisione? Gli ermellini, come riportano i colleghi de La Legge per Tutti, sono stati chiari e, prendendo in esame un caso arrivato sino alla Cassazione, hanno disposto che i nonni dovranno provvedere al mantenimento solo nel caso in cui i genitori non riescano a provvedere.
L’obbligo, difatti, ricade per legge su quest’ultimi. Se, però, per via di difficoltà economiche, non si riesce in nessun modo e sfruttando ogni propria risorsa, dovranno intervenire i nonni o gli altri soggetti con un grado di parentela con madre e padre. Tale mancanza dovrà essere giustificata e provata, l’obbligo non scatta in automatico: dovrà essere dimostrata la necessità economica di entrambi i genitori e si potrà agire anche con pignoramenti prima di dover chiamare in causa i nonni.
Secondo sempre la Suprema Corte, come scrivono i colleghi de La Legge per Tutti, i nonni non dovranno provvedere ad un mantenimento “diretto” ossia dando delle somme di denaro direttamente ai nipoti, ma dovranno passarle ai genitori che a quel punto potranno adempiere ai loro obblighi nei confronti dei figli. La Cassazione, difatti, specifica che si tratta di un obbligo “subordinato e sussidiario” rispetto a quello dei genitori.