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Sanzioni Ue: quanto paga l’Italia e quali rischia di ricevere

L’Italia deve pagare parecchi soldi alla Ue a causa di sanzioni ricevute. Quali sono quelle che il nostro Paese deve pagare e quali riceverà?

Bandiere della Comunità Europea (Canva) – VostriSoldi.it

Il nostro Paese nel corso di questi anni ha ricevuto delle sanzioni sa parte della Comunità Europea in merito a procedure ricevute. Ammontano a ben 83, e di recente il Ministero dell’Economia ne ha dato informazione alla Camera. È stato proprio il Mef a richiedere l’incartamento alla Ue per poter visionare lo stato dei debiti del Paese e poter controllare le procedure e sanzioni in essere con la CE.

La maggior parte della spesa è dovuta ai contenziosi in ambito ambientale, riconducibili ad esempio alla discarica abusiva in Campania. Si tratta di milioni di Euro che dovremo pagare nei prossimi anni e che incidono quindi non poco sull’economia del nostro Paese. Inizialmente le sanzioni erano 91, ma ce ne hanno abbuonate 8, facendo arrivare il totale a 83.

Sanzioni Ue, a quanto ammontano quelle dell’Italia e a cosa si riferiscono

Commissione Europea (Canva) – VostriSoldi.it

Il totale presunto è di circa un miliardo di Euro di sanzioni, considerando gli interessi di mora. Una cifra esorbitante, a cui si è arrivati a causa dei 282 milioni di Euro per le discariche abusive in Campania, come già accennato, altri 253 per quelle sparse nel territorio, 114 milioni dovuti al mancato recupero sugli aiuti alle imprese di Venezia e Chioggia.

A far salire la voce ci sono anche i mancati recuperi degli aiuti al lavoro, pari a quasi 80 milioni, oltre a quelli relativi agli aiuti statali agli alberghi della Sardegna, altri 8 milioni. Delle 83 procedure in corso, 59 sono quelle relative alla violazione di un diritto dell’Unione Europea, altre 24 invece sono da considerarsi come mancato recepimento delle direttive Ue.

“Per consentire una migliore valutazione dell’impatto finanziario derivante dagli atti e dalle procedure giurisdizionali e di precontenzioso con l’Unione europea, anche ai fini dell’adozione delle misure necessarie ad assicurare l’adeguamento dell’ordinamento interno, appare utile che la relazione illustri i dati aggiornati alla fine del semestre precedente a quello di presentazione” sollecitano gli esperti del Servizio per la qualità degli atti. L’Italia ora rischia un’ulteriore sanzione per le concessioni balneari, visto che da tempo la Ue ci chiede di applicare la direttiva Bolkestein.

Amanda Merli