Se sei una donna lavoratrice puoi richiedere numerosi sostegni allo stato, anche se non sei mamma. Ecco tutti le agevolazioni che ti spettano.
Con il nuovo Governo si è dato il via a numerosi ed importanti aiuti ed agevolazioni. La crisi economica e l’inflazione sempre crescente hanno portato molti italiani sulla soglia della povertà e per questo motivo lo Stato ha deciso di erogare nuovi bonus, come quelli pensati per le donne lavoratrici.
Il mercato del lavoro è da sempre caratterizzato da una certa disparità salariale tra uomini e donne, un gap ancora più ampio se parliamo di donne single o con figli a carico. Tra i sussidi riconfermati per aiutare le famiglie italiane spiccano proprio quelli per i neo-genitori e lavoratori, come il bonus asilo nido e quelli per contrastare il caro bolletta. Quali sono, dunque, i bonus specifici per le donne?
Il primo dei bonus per l’anno 2023 reso disponibile alle donne lavoratrici è il cosiddetto bonus disabili per mamme single. Questo aiuto può essere richiesto presso il proprio Comune di Residenza, ottenendo un assegno comunale. Per poter usufruire dell’aiuto è necessario essere mamme disoccupate o monoreddito, essere mamme single, ed avere figli a carico con una disabilità superiore al 60%. L’altro requisito è sempre reddituale, in quanto bisogna avere un ISEE basso.
Oltre a questa agevolazione, è sempre possibile poi usufruire della maternità obbligatoria per una durata di cinque mesi, durante i quali la madre lavoratrice può percepire un’indennità pari all’80% dello stipendio. Dopo la maternità poi alla madre lavoratrice è concesso il diritto a scegliere il part time ed allungare eventualmente il periodo di maternità facoltativa.
In questo caso alla donna lavoratrice spetta un’indennità pari al 30% del suo stipendio. Il periodo previsto dalla legge che permette di usufruire della maternità facoltativa è pari a 10 mesi, senza poter essere inoltre licenziata. Se invece non si hanno figli, alla donna lavoratrice spetta comunque la possibilità di scegliere la pensione anticipata. Con la cosiddetta Opzione Donna, è possibile ritirarsi prima dal lavoro raggiunti i 60 anni, avendo maturato però 35 anni di contributi.