Ormai tutti noi abbiamo un conto corrente in banca o in posta dove depositare i nostri risparmi. I pericoli, però, sono parecchi. Ecco quali.
Oggi è prassi comune avere un conto corrente in posta o in banca dove depositare i nostri risparmi e farci accreditare lo stipendio e addebitare le bollette. Si tratta di un modo ritenuto sicuro per conservare i nostri soldi, e benché questo in buona parte sia vero, ciò non ci mette al riparo da non pochi pericoli. Inoltre, bisogna anche valutare se sia il metodo migliore per far fruttare la somma in questione.
Ci sono diversi modi per investire, oggigiorno, scegliendo magari di puntare sulla compravendita immobiliare, oppure decidendo di comprare oro o azioni, ma di sicuro lasciare i soldi fermi sul conto non è un’opzione in grado di farci guadagnare molto. Inoltre, va anche specificato come possa comportare delle spese, e non parliamo di quelle normali di gestione annuali o con cadenza periodica.
Hai dei risparmi in banca o in posta? Attento, potresti ritrovare nei “guai”
Ci sono alcuni casi nei quali si rischia grosso ad avere soldi depositati su un conto corrente. Ad esempio, quando si superano i 5.000 Euro, ogni anno si deve pagare obbligatoriamente un’imposta di bollo da 34,50 Euro all’anno, 100 Euro per le persone giuridiche. Per quanto non sia una cifra di certo enorme, è pur sempre una spesa in più.
Inoltre, nel caso malaugurato che l’istituto bancario dovesse fallire, a chi ha più di 100.000 Euro sul conto potrebbe essere chiesto di contribuire al suo salvataggio con i suoi risparmi, e rimarrà con un diritto di credito nei suoi confronti. Non è poi da sottovalutare il fenomeno del phishing, ovvero falsi sms o mail che sembrano provenire proprio dalla banca o dalla posta, creati ad hoc da truffatori per carpire i dati personali e così riuscendo a svuotare il conto corrente.
Si tratta di una truffa che colpisce in particolare chi ha un account di banking online. E se pensate che l’istituto debba rimborsare quanto estorto con l’inganno, vi sbagliate di grosso: se l’imbroglio ha a che vedere con codici segreti in possesso solo del titolare e non del personale, la responsabilità non è sua, così ha stabilito un’ordinanza della Cassazione.