A breve potrebbero arrivare delle modifiche al Reddito di Cittadinanza: cosa prevede nel dettaglio la bozza del decreto di riforma.
Sono in arrivo importanti novità relative al Reddito di Cittadinanza, la misura introdotta alcuni anni fa dal Governo italiano per aiutare i cittadini in difficoltà economica e per il reinserimento nel mondo del lavoro.
Secondo quanto contenuto nella bozza di un decreto in merito, l’Rdc verrà suddiviso in tre differenti misure sempre con l’obiettivo di contrastare la povertà: Garanzia per l’inclusione (Gil), Garanzia per l’attivazione lavorativa (Gal) e Prestazione di accompagnamento al lavoro (Pal).
Reddito di Cittadinanza, decreto di riforma: le novità previste dalla bozza
Il Governo in queste settimane sta lavorando per modificare il Reddito di Cittadinanza, oggetto di discussione ormai da tempo. Le variazioni, che arriveranno attraverso un decreto legge, potrebbe già essere in vigore dal 1° gennaio dell’anno prossimo.
La bozza del decreto, come riporta la redazione de Il Messaggero, prevede che la misura venga suddivisa in tre differenti:
- Garanzia per l’inclusione (Gil);
- Garanzia per l’attivazione lavorativa (Gal);
- Prestazione di accompagnamento al lavoro (Pal).
La prima sarebbe destinata ai nuclei familiari al cui interno sia presente una persona disabile, un over 60, un minore o un soggetto che percepisce l’assegno per l’invalidità civile. L’importo dell’agevolazione, prevista per 18 mesi e successivamente altri dodici dopo uno stop di 30 giorni, dovrebbe essere di 500 euro al mese a cui si aggiungerebbero altri 280 euro per l’affitto di un’abitazione.
Della Garanzia per l’attivazione lavorativa, invece, potranno beneficiare i soggetti di età compresa tra i 18 ed i 59 anni che hanno una soglia Isee inferiore ai 6mila euro annui. L’importo dovrebbe aggirarsi intorno ai 350 euro mensili. La Pal, invece, riporta Il Messaggero, sarebbe rivolta a chi riceve il Reddito di Cittadinanza ed hanno sottoscritto un patto per il lavoro e sono inclusi in misure di politica attiva. Il valore dell’assegno dovrebbe essere anche qui di 350 euro al mese.
Infine, nella bozza sarebbe anche previsto l’inasprimento delle pene per chi viola le norme relative alle misure di sostegno. Nel dettaglio, chi non comunica modifiche del proprio reddito rischia da 1 a 3 anni di reclusione, mentre chi presenta una documentazione contraffatta per beneficiare della misura dai 2 a 6 anni.