Esistono dei casi in cui il rimborso Irpef in sede di dichiarazione dei redditi supera l’imposta versata: cosa succede al contribuente?
Si avvicina il periodo durante il quale i contribuenti italiani saranno chiamati ad inoltrare all’Agenzia delle Entrate la propria dichiarazione dei redditi, il documento con cui si comunicano al fisco le proprie entrate dell’anno precedente.
Questo dovrà essere compilato correttamente ed inoltrato entro le date stabilite così da non incappare nelle sanzioni previste dalla legge. Dopo le opportune verifiche arriverà per i contribuenti il rimborso Irpef che può essere accreditato anche in busta paga. Cosa accade se tale rimborso è superiore all’imposta dovuta?
Dopo la presentazione della dichiarazione dei redditi, che può avvenire tramite modello 730 ordinario o precompilato o attraverso modello Redditi Pf, il contribuente dovrà attendere il rimborso Irpef. Questo dovrebbe essere erogato nel periodo compreso tra luglio e novembre e, per dipendenti e pensionati, sarà versato direttamente in busta paga. In altri casi, se la dichiarazione è stata presentata con modello Redditi Pf, le tempistiche di rimborso si allungano.
Ma in cosa consiste questo rimborso? Si tratta di un credito di una somma di denaro spettante al contribuente in sede di dichiarazione dei redditi, ossia avendo pagato più Irpef del dovuto. Nel caso il soggetto non faccia richiesta del credito, questo verrà rimborsato nella dichiarazione successiva.
Ci sono casi in cui questo rimborso supera l’imposta dovuta e già versata dal contribuente. Per quanto riguarda situazioni del genere, al contribuente verrà erogata solo la parte di Irpef che è stata pagata con il conguaglio della dichiarazione, mentre l’altra parte potrebbe essere persa poiché si è arrivati a limite della capienza fiscale mediante le spese dedotte o detratte.
Per ovviare a questa circostanza, scrive la redazione di Money.it, si può optare per la rateizzazione delle detrazione o eventualmente passare le detrazioni ad un componente del nucleo familiare che non ha raggiunto la capienza fiscale. Un esempio per quanto riguarda la seconda soluzione è quello di dimezzare le spese effettuate per i figli a carico con il coniuge.