Quando va inviata la cedolare secca? A questa domanda, non tutti sanno qual è la risposta esatta, oppure conoscono quella sbagliata
Il mondo degli affitti, in questo periodo economico molto delicato, ha subito una notevole flessione. Ma così come tutto il mercato immobiliare in generale. Anche per chi intende acquistare una casa, le richieste di garanzie per avere un mutuo sono sempre molto grandi, e contemporaneamente anche il costo delle case si è notevolmente alzato. Il governo ha introdotto diversi bonus, sia quello sulla prima casa, sia un bonus affitti, ma non sempre si hanno i requisiti corretti per potervi accedere.
E sono in tanti, i giovani in particolare, che optano per una soluzione in affitto. La soluzione temporanea migliore per poter avere la loro autonomia. E con l’affitto, con un corretto contratto sottoscritto, prevede anche la cosiddetta cedolare secca. Ma di che cosa si tratta innanzitutto? Chi ha l’onere di produrla e quando va inviata? Infatti, sono in molti che non conoscono i giusti tempi sul tema e le corrette modalità: facciamo chiarezza.
Cedolare secca per gli affitti: cos’è?
Si sente spesso parlare, in regime di affitto, di cedolare secca. Ma in materia in molti brancolano nel buio e non sono al corrente di cosa essa sia. La cedolare secca la produce il proprietario dell’immobile, utilizzato poi come immobile in affitto abitativo, verso l’inquilino che lo occupa. Si tratta di una tassazione agevolata rispetto al reddito che deriva proprio dal canone di locazione, con una aliquota fissa, che differisce dalla classica ed ordinaria IRPEF.
Ma come si comunica tale cedolare secca? Si tratta di una operazione ufficiale che deve essere fatta dal proprietario dell’immobile. Questa opzione porta la non applicazione di aumenti del canone di fitto verso il proprio inquilino e tale comunicazione va fatta tramite Posta Elettronica Certificata, ovvero la PEC. Ma quali sono i tempi attraverso i quali un proprietario deve inviare tale comunicazione? In tanti, infatti, non conoscono bene quali siano i tempi entro i quali la comunicazione debba essere effettivamente prodotta.
Tale scelta di regime alternativo deve essere fatta entro i 30 giorni dalla stipula del contratto di comunicazione. In passato, si era soliti farla tramite raccomandata ma questa modalità non è più accettata, e proprio l’ente preposto, ovvero l’Agenzia delle Entrate, si è espressa in merito alla questione.