Il futuro Reddito di Cittadinanza (MIA) potrebbe cambiare la modalità di erogazione. Secondo molti potrebbe diventare un rimborso spese
In questi giorni, il governo Meloni sta lavorando alla sostituzione del Reddito di cittadinanza con una nuova misura. Al momento, le uniche informazioni a nostra disposizione si basano sulla bozza che è stata pubblicata poche settimane fa. Tuttavia, sembra che questa bozza sia già stata superata secondo le fonti governative.
Nella bozza del testo, gli attuali beneficiari del Reddito di cittadinanza sono suddivisi in due categorie: famiglie con minori, disabili o anziani sopra i 60 anni da un lato, e tutti gli altri dall’altro. La nuova Misura d’inclusione attiva (Mia) verrebbe estesa anche ai lavoratori occupabili, ma in modo ridotto.Per le famiglie senza i suddetti componenti, l’importo sarebbe ridotto del 25% rispetto alla quota base di 375 euro al mese.
Come cambia il Reddito di Cittadinanza
Secondo quanto affermato dal sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, la parte del nuovo sostegno destinata agli occupabili potrebbe essere subordinata alla frequenza di un corso di formazione, simile a quanto richiesto per il Reddito di cittadinanza con l’introduzione dell‘obbligo previsto dalla legge di Bilancio 2023. In pratica, secondo Durigon, tale aiuto dovrebbe essere considerato più come un rimborso per il tempo dedicato alla formazione, necessaria per acquisire le competenze necessarie per trovare un lavoro e superare la povertà.
Attualmente, il Reddito di cittadinanza fornisce un aiuto a tutte le famiglie, ma impone alcune condizioni agli occupabili, tra cui la partecipazione a corsi di formazione o riqualificazione professionale della durata di almeno un semestre. Tuttavia, non ci sono abbastanza corsi disponibili per tutti gli occupabili del programma e molti continuano a ricevere il sostegno senza seguire un percorso formativo.
La nuova Misura d’inclusione attiva potrebbe richiedere la partecipazione a un corso di formazione prima di ricevere il sostegno, come confermato dal sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon. Questo rappresenterebbe un’inversione di rotta rispetto al Reddito di cittadinanza, dove molte persone non sono riuscite a partecipare ai corsi di formazione richiesti. Invece di un sussidio, gli occupabili riceveranno un rimborso per il tempo trascorso nella formazione necessaria per trovare un nuovo lavoro e uscire dalla povertà.
Il piano del Governo
La nuova Misura d’inclusione attiva potrebbe richiedere un corso di formazione come requisito per accedere al rimborso spese. A differenza del Reddito di cittadinanza in cui la formazione è obbligatoria solo se segnalata dal centro per l’impiego. Questa novità, tuttavia, sarebbe valida solo per le famiglie senza componenti minorenni, over 60 o disabili. Per queste ultime categorie, il sussidio continuerà a essere riconosciuto in modo simile all’attuale Reddito di cittadinanza, con alcune differenze di calcolo riguardo ai figli.
Il governo ha un obiettivo chiaro: invertire la narrazione che la povertà si possa superare tramite un sussidio. Tuttavia, rimane ancora da decidere il come. Il governo sta prendendo tutto il tempo necessario per valutare e apportare modifiche alla bozza già circolata. Una cosa è certa, secondo Durigon: “chi può deve lavorare”. Pertanto, si sta considerando l’idea di legare il sostegno degli occupabili a un percorso di formazione che possa aiutarli ad entrare nel mercato del lavoro.