Con la riforma del fisco e la cosiddetta pace fiscale si è dato il via allo stop delle cartelle esattoriali, ma è bene sapere che i pignoramenti non sono sospesi, anzi i provvedimenti saranno ancora più rigidi.
La riforma del fisco 2023 ha previsto numerose misure di tregua fiscale, come la rottamazione delle cartelle esattoriali, agevolazioni per la risoluzione di contenziosi tributari e molto altro. Quella che però cambia è anche la procedura di pignoramento, ancora più rigida e che permette di ridurre i tempi di riscossione.
Le ipoteche e i pignoramenti su conti correnti e beni saranno ancora a disposizione dello stato per risolvere le cartelle e iscrizioni a ruolo, velocizzando i termini e passaggi attualmente previsti per la riscossione dei debiti. In questo modo i debitori avranno molto meno tempo per agire. Vediamo di cosa si tratta nel dettaglio.
Cartelle esattoriali e pignoramenti a seguito della riforma del fisco 2023
Attualmente il provvedimento di pignoramento prevede numerose fasi che con la nuova riforma del fisco verranno ridotti. Normalmente quando si avvia tale provvedimento il primo passaggio è l’accertamento e l’avviso di pagamento da parte del creditore, seguito dalla formazione del ruolo e consegna all’Agente per la riscossione. Esauriti questi passaggi si procede alla notifica delle cartelle da parte dell’esattore al contribuente. Infine, si passa all’avvio del pignoramento stesso.
Queste fasi sono numerose e molte lunghe e per questo la riforma ha concentrato l’attenzione sulla riduzione delle stesse, eliminando l’accertamento e l’avviso di pagamento e passando direttamente alla notifica degli accertamenti. Il motivo è che spesso durante queste prime fasi il debitore riesce spesso ad evitare il pagamento ricercando cavilli o attendendo la prescrizione del debito, oggi prolungata per tutelare i creditori.
Quello che cambierà sarà la sospensione dell’invio della cartella esattoriale e l’invio dell’accertamento esecutivo. In questo modo il debitore sarà costretto a saldare la sua posizione fiscale accedendo a pagamenti agevolati fino a 10 anni con 120 rate. L’intenzione, quindi, è proprio quella di promuovere il sollecito al pagamento del debito e non procedere con il pignoramento.