Può succedere che gli eredi non saldino in tempo la tassa di successione. Ma quali sono i rischi di questa azione?
La tassa di successione è l’imposta dovuta dagli eredi sui beni ricevuti dal defunto. L’ammontare dell’imposta è determinato solo dopo la presentazione della dichiarazione di successione, documento che certifica il valore fiscale dei beni ereditati. Successivamente, gli eredi sono tenuti a pagare l’imposta al Fisco, in modo obbligatorio, poiché le conseguenze per chi non rispetta questo obbligo sono significative.
Il pagamento della tassa di successione deve avvenire seguendo scadenze e tempistiche molto precise, e il mancato rispetto di tali termini può avere ripercussioni per gli eredi, anche se poi il pagamento avviene in ritardo. Nello specifico, gli eredi devono versare almeno il 20% dell’imposta di successione entro 60 giorni dalla notifica di liquidazione della successione. Ma che succede se questa tassa non venisse pagata?
Tassa di successione non saldata? Lo scenario
La tassa di successione va pagata dagli eredi per i beni ereditati dal defunto, in base alla dichiarazione di successione. Il pagamento deve avvenire entro 60 giorni dalla notifica di liquidazione, almeno il 20% dell’importo. La somma restante può essere pagata in modo rateale, entro 1 anno o 12 rate se la tassa supera i 20.000 euro. Il mancato rispetto delle scadenze comporta una sanzione del 30% dell’importo totale, ma gli eredi possono pagare una sanzione ridotta del 15% entro 30 giorni dalla ricezione della multa. La perdita di una rata comporta la perdita della rateizzazione.
La tassa di successione è obbligatoria e il mancato pagamento può comportare l’invio di una cartella esattoriale con interessi del 4,5%. In caso di ulteriore mancato pagamento, il Fisco può avviare una procedura esecutiva che può includere il pignoramento dei beni e misure cautelari. Tuttavia, la riforma fiscale prevede l’abolizione delle cartelle esattoriali e l’adozione di un sistema più rapido per l’invio degli accertamenti esecutivi direttamente agli enti creditori.
Per quanto riguarda il rapporto interno fra gli eredi, la ripartizione del pagamento della tassa di successione è valida in via solidale. Ciò significa che l’Agenzia delle entrate può pretendere il pagamento dell’imposta non pagata da uno solo degli eredi, senza considerazione della quota ereditaria. In questo caso, l’erede dovrà procedere al pagamento anche per la parte dell’imposta di successione che non gli spetta propriamente, ma potrà successivamente rifarsi sui coeredi per ottenere la restituzione delle somme. Per costituire in mora i coeredi, il primo passo è solitamente l’invio di una comunicazione scritta, che potrebbe essere seguita da un ricorso giudiziale se non dovesse sortire l’effetto desiderato.