Il nuovo Governo Meloni si è espresso contrario al cosiddetto salario minimo a causa delle conseguenze che questo potrebbe avere a lungo termine.
In molti paesi dell’Unione Europea, e non, è stato introdotto ormai da decenni il concetto di salario minimo. In Italia sono molti i partiti che hanno condotto la propria campagna elettorale proprio su questo sistema, ad arrivare al governo però è stata l’attuale Presidente del Consiglio Giorgia Meloni che si è sin da subito dichiarata contraria a questa misura.
Il Salario Minimo rappresenta la paga/remunerazione più bassa prevista dalla legge per ogni categoria di lavoratori. Sicuramente, essa rappresenta uno strumento di tutela per i lavoratori, soprattutto per quelle categorie più a rischio, ma potrebbe causare dei problemi se si verifica uno squilibrio tra domanda ed offerta lavorativa. Vediamo nel dettaglio i pro e contro.
Salario minimo sempre più lontano in Italia, ecco perché
Sono circa 140 gli Stati nel mondo in cui il sistema del Salario Minimo è stato adottato e che ha dimostrato effetti positivi in termini di occupazione, produttività e lotta alla povertà e alla disuguaglianza salariale di genere. Al contempo molti esperti sostengono che questo strumento possa in qualche modo andare ad intaccare l’equilibrio che esiste tra domanda di lavoro ed offerta. In particolare si teme che l’introduzione di un salario minimo possa limitare nel tempo il funzionamento del mercato del lavoro. La conseguenza più logica è che si crei un divario sempre più grande tra quella che è la forza lavoro disponibile e quella richiesta.
Molti però sostengono che la mancanza di una tutela salariale come questa scoraggi quella parte della popolazione che è già disoccupata. Insomma le sfaccettature sono tante e gli scenari possibili molteplici, con effetti molto variabili da Stato a Stato. Per il nostro Governo però tutto è molto chiaro: un salario minimo previsto per legge andrebbe a incrementare il fenomeno del lavoro irregolare. Questa è in alcune regioni del Sud Italia e una vera e propria piaga difficile da combattere e tale strumento potrebbe peggiorare ancor di più la situazione.
Al contrario, l’attuale Governo, così come Cisl e Uil, appoggiano la contrattazione collettiva e la sua estensione a tutti quei settori in cui essa non è stata ancora prevista. La Presidente Meloni ha sempre chiarito il suo intento principale in tema lavoro, ovvero quello di ridurre il più possibile le tasse sul lavoro, puntando il dito proprio su questa come causa principale della disoccupazione e del lavoro irregolare.