Quando muore un parente – oltre al dolore – ci si interroga se spetterà la reversibilità della pensione. Cosa sapere
La pensione è un’indennità economica che viene corrisposta a un individuo, generalmente dopo il raggiungimento di una determinata età o in seguito a una situazione di invalidità o di particolare bisogno, come ad esempio la disoccupazione. In sostanza, la pensione è un’entrata periodica che viene erogata da un ente previdenziale o da un datore di lavoro, a fronte di contributi previdenziali o assicurativi versati durante il periodo di attività lavorativa o di assicurazione.
La pensione può essere erogata in varie forme, come una somma di denaro periodica o un capitale, e la sua quantità dipende da vari fattori, come la durata e l’importo dei contributi versati, l’età del pensionato al momento dell’erogazione, il livello di reddito e di contributi previdenziali. E’ – dunque – una forma di tutela sociale per le persone anziane o in situazioni di particolare fragilità, garantendo un sostentamento economico per il mantenimento delle proprie esigenze e della propria dignità. Ma quando la persona muore, che succede? Scatta la reversibilità?
La pensione di reversibilità non si divide tra tutti gli eredi alla morte del defunto, ma viene ereditata solo dai familiari che ne hanno diritto per legge, in ordine di priorità stabilito dalle normative vigenti. Di solito, spetta al coniuge o ai figli, e solo in loro mancanza ad altri parenti. Tuttavia, anche i figli possono riceverla solo in specifiche condizioni, come nel caso di figli minorenni, figli maggiorenni inabili al lavoro o figli maggiorenni studenti. Se i figli sono perfettamente capaci di lavorare, non hanno diritto alla pensione di reversibilità dei genitori.
A seconda del grado di parentela tra il defunto e il familiare superstite che ha diritto alla pensione di reversibilità, l’importo varia. Le leggi in vigore stabiliscono che la pensione spetta prioritariamente al coniuge superstite, anche se separato o divorziato ma che riceveva l’assegno di mantenimento e non si è risposato, e ai figli, naturali, adottati, affiliati, riconosciuti giudizialmente o nati dentro o fuori dal matrimonio, fino a un’età massima di 21 o 26 anni se sono ancora studenti universitari. In mancanza di coniuge e figli, la pensione può essere ricevuta dai genitori a carico del defunto, ma solo se non sono titolari di pensione. Nipoti e fratelli celibi possono ricevere la pensione solo in casi particolari, come se sono minorenni, inabili al lavoro o studenti.
La pensione di reversibilità è calcolata come percentuale rispetto alla pensione percepita dal defunto in vita e varia a seconda del familiare superstite che deve riceverla. Le percentuali di pensione di reversibilità spettanti sono le seguenti:
In assenza del coniuge superstite, la pensione di reversibilità spetta ai successivi familiari aventi diritto nelle seguenti percentuali:
Se si vuole determinare l’importo della pensione di reversibilità per un defunto che aveva una pensione tra 500-3mila euro nel 2023, si può fare riferimento ai seguenti calcoli. Nel caso in cui la pensione del defunto fosse di 500 euro netti al mese, l’importo della pensione di reversibilità sarebbe determinato come segue:
Si noti che questi calcoli si basano sull’ipotesi che la pensione del defunto fosse di 500 euro netti al mese e che le condizioni di eleggibilità per la pensione di reversibilità siano soddisfatte. Inoltre, se la pensione originale del defunto fosse superiore a 500 euro, gli importi della pensione di reversibilità sarebbero maggiori.