Secondo la legge italiana un figlio è obbligato ad assistere il genitore anziano qualora questo non sia più completamente indipendente? Facciamo chiarezza.
I genitori sono coloro che per legge devono occuparsi di crescere, educare e sostenere i figli fintanto che questi non diventano indipendenti. Per questo si pensa che siano solo i genitori ad avere doveri nei confronti dei figli. In realtà anche questi ultimi, in determinate situazioni, e soprattutto quando l’età dei genitori avanza, sono tenuti all’aiuto e al sostegno.
Come infatti i genitori si sono presi cura di loro nel momento in cui questi non potevano provvedere da soli al loro sostentamento e alla loro cura, così i figli, nel momento del bisogno sono tenuti ad occuparsi dei genitori. Ma viene dunque da chiedersi: si tratta solamente di buon senso oppure la cura dei genitori anziani da parte dei figli è un obbligo di Legge? Scopriamolo insieme.
Cura dei genitori anziani: un obbligo?
I genitori sono coloro che si prendono cura dei figli fino al momento in cui questi non sono autosufficienti. Tuttavia, una volta diventati anziani, sono i genitori a a dover ricevere aiuto e sostegno dai figli. A stabilirlo non è solo un legame affettivo, è un vero e proprio obbligo di Legge.
Questo obbligo è sostanzialmente una prestazione economica: lo dice l’art. 433 del Codice Civile che afferma che i figli devono versare gli alimenti al genitore che si trova in difficoltà economica. Gli alimenti consistono in una prestazione economica a favore del familiare che non riesce a sostenere da solo le spese quotidiane come quelle di vitto e alloggio. Nessuno può infatti obbligare un figlio a prendersi cura in prima persona di un genitore anziano e non autosufficiente.
In questo caso, ad esempio, se il genitore anziano non è più autosufficiente, il figlio deve provvedere a pagare una badante se non vuole lui in prima persona occuparsi del genitore. Se non adempiono a quest’obbligo i figli possono incorrere nel reato di abbandono di persone incapaci, punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni secondo il Codice Penale.